La storia che sto per raccontarvi inizia in una fredda giornata d’inverno del 1933. Il 23 dicembre arriva nella cittadina di Willoughby (Ohio) una ragazza. Una ragazza che sembrerebbe essere l’incarnazione del mistero: ha viaggiato da sola e i motivi per i quali si trovasse in quella cittadina sono ignoti così come il suo nome che verrà scoperto solo sessant’anni più tardi.
Scesa dall’autobus della Greyhound (una linea a lunga percorrenza), la ragazza si dirige verso una piccola pensione dove passa la notte. Il giorno seguente, la vigilia di Natale, dopo aver pagato il soggiorno e aver fatto gli auguri di buone feste alla padrona della pensione, si avvia per le strade di Willoughby facendo mostra di grazia e gentilezza salutando tutti i passanti che incrociano il suo cammino.
Soprattutto, la ragazza viene notata da molti abitanti per essersi vestita completamente di blu: maglione, gonna, sciarpa, cappotto e persino borsetta.
La nostra ragazza misteriosa continua a vagare per le strade fino a giungere a un passaggio a livello. Qui, con stupore e orrore dei presenti, la giovane butta a terra la borsetta e si getta sotto a un treno in arrivo, venendo sbalzata con violenza sulla ghiaia e morendo sul colpo.
Le autorità arrivate quasi immediatamente sul luogo della tragedia cercano di risalire all’identità della ragazza, ma invano. Nella sua borsetta trovano soltanto un biglietto ferroviario per la Pennsylvania e 90 centesimi.
L’impresario funebre di Willoughby, toccato nel profondo dalla morte così violenta di una giovane poco più che ventenne, decide di darle una degna sepoltura. Anche se nessuno la conosceva al suo funerale partecipano più di 3000 abitanti e in tanti si mobilitano per risalire alla sua identità.
Vengono scritti annunci e articoli su vari giornali ma nessuno si fa avanti. Tutti i tentativi falliscono. È come se questa ragazza fosse stata dimenticata da tutto e da tutti. I cittadini, allora, decidono di seppellirla nel cimitero, sotto a un albero, e di pagarle persino una degna lapide sulla quale vengono incise queste parole:
I segreti della Ragazza in Blu restano custoditi gelosamente sotto la lapide fino alla settimana precedente la vigilia di Natale del 1993.
In seguito ad un articolo pubblicato sul News Herald per commemorare il 60° anniversario della sua morte, Edward Sekerak, agente immobiliare, si ricorda improvvisamente di una vendita fatta tempo addietro di una fattoria vicino a Corry in Pennsylvania a una famiglia di nome Klimczak. Con l’aiuto di sua moglie, Edward riuscì a recuperare gli atti di vendita e i documenti dei membri della famiglia facendo una scoperta sensazionale: la Ragazza in Blu non era che la figlia dei coniugi Klimczak, Jacob e Catherine, immigrati polacchi che arrivarono in Pennsylvania nel 1901, e il cui nome era Josephine.
Come ulteriore conferma della sua identità, tra i documenti della vendita della fattoria, spicca una deposizione scritta dal fratello Leo nel 1985 che attesta che Josephine è morta a Willoughby a seguito di un tragico incidente avvenuto il 24 dicembre 1933 e che è stata sepolta come la Ragazza in Blu.
Restano invece poco chiare le circostanze della morte (le autorità non trovarono tracce di sangue né ferite visibili sul corpo) e ignote le cause del suicidio.
In seguito a questa scoperta viene aggiunta una piccola targa accanto alla tomba della Ragazza in Blu a cui viene finalmente restituita l’identità.
L’affetto della cittadina di Willoughby per questa giovane misteriosa non è mai tramontato. Tutt’oggi infatti la tomba viene visitata e curata e vengono anche portati fiori sempre freschi, rendendo così onore alle parole incise sulla lapide. La Ragazza in Blu non è mai più stata dimenticata.
Inoltre esistono anche leggende paranormali legate alla vicenda della Ragazza in Blu.
C’è chi parla di una presenza femminile vestita di blu e dallo sguardo malinconico che si aggira nel cimitero. Chi invece sostiene di aver avvistato strane sfere luminose volanti attorno all’albero sotto al quale è sepolta. Addirittura c’è chi crede di aver udito spettrali voci femminili.
Tutte queste supposizioni sono una conferma del fascino che il mistero della Ragazza in Blu esercita ancora dopo tanto tempo e che contribuiscono a tenerla viva nella memoria rendendole giustizia per una vita spezzata così presto.
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