Carla Fracci, étoile internazionale del balletto classico, direttrice del corpo di ballo dei più prestigiosi teatri italiani si è spenta oggi a 84 anni, dopo una lunga malattia. Il ricordo di una donna che ha rivoluzionato il balletto italiano. Nel 1981 il New York Times l’aveva definita prima ballerina assoluta.

Carla Fracci è morta. È andata via in punta di piedi, con un inchino rivolto al suo pubblico e con i fiori in mano. Una pioggia di rose cadeva ai suoi piedi ogni volta che calcava il palcoscenico. Ieri come oggi.

È con commozione che la Scala annuncia la morte di Carla Fracci avvenuta oggi nella sua casa di Milano. “Il Teatro, la città, la danza perdono una figura storica, leggendaria, che ha lasciato un segno fortissimo nella nostra identità e ha dato un contributo fondamentale al prestigio della cultura italiana nel mondo.”

Sì è spenta a Milano, dove tutto era cominciato. Di umili origini, Carla era figlia di un tranviere, non nascondeva mai la sua gavetta, i suoi sacrifici. Da bambina, aveva passato le selezioni durissime della scuola di balletto del Teatro alla Scala. “Ha un bel visino, prendiamola”, avevano detto, osservando i suoi occhi grandi e profondi. Qui ha avuto tra gli insegnanti l’immensa coreografa russa Vera Volkova. Carla Fracci si è diplomata nel 1954, per poi completare la sua formazione artistica a Londra, Parigi e New York. A soli due anni dal diploma la Fracci era solista alla Scala e nel 1958 étoile. Aveva già conosciuto Beppe Menegatti, il regista che sposerà nel 1964 e dal quale avrà un figlio, Francesco.

Ho avuto l’onore di conoscerla a Roma, quando era direttrice del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma, carica che ha ricoperto dal novembre del 2000 al luglio del 2010. Una mia amica, solista del teatro e sua allieva, mi aveva permesso di andarla a salutare dietro le quinte di uno spettacolo alle Terme di Caracalla. Mi aveva parlato con grazia dicendomi che era un vero peccato che avessi abbandonato la danza. “Ma se l’hai fatto per studiare, hai fatto bene”, aveva aggiunto. “La danza richiede una dedizione totale”. E lei era l’emblema di questa dedizione. A Roma aveva riproposto balletti perduti, affiancandoli a nuove creazioni, sotto la direzione di suo marito Beppe Menegatti. Non ne avevo perso uno. Un suo spettacolo era sempre una meravigliosa scoperta, una standing ovation sicura.

Avrebbe compiuto 85 anni il 20 agosto di quest’anno. Era una donna dal grande carisma e dalla volontà di ferro. Ballerina dal talento indiscutibile, è stata una indimenticabile Giselle al fianco di partner del calibro di Rudolph Nureyev.

“Come Maria Taglioni, Carla Fracci è stata la personalità più importante della storia della danza alla Scala”, dichiara il Sovrintendente del teatro Dominique Meyer. “Cresciuta all’Accademia, ha legato intimamente il suo nome alla storia di questo Teatro”.

Addio, Carla, la terra per te sarà sicuramente lieve, come lo sei stata tu in vita.