Ottobre è conosciuto come il mese della prevenzione mentre Novembre, che ci apprestiamo ad affrontare, è (anche) il mese dedicato ad ogni forma di diabete. Per questo oggi parliamo di prevenzione al diabete di tipo 2.

Tra le tante tipologie di diabete (di tipo 1 o insulinodipendente, di tipo 2, gestazionale, LADA, MODY, monogenico, secondario…) la più conosciuta e più diffusa è il diabete di tipo 2 che occupa circa il 90% del totale ed è diffusissimo nei Paesi industrializzati (dove, in generale, si mangiano cibi maggiormente raffinati e ci si muove di meno).

In genere il diabete di tipo 2 si manifesta dopo i 40 anni e diventa più frequente con l’aumentare dell’età.

Solo in Italia si contano quasi 4 milioni di persone con una diagnosi effettiva di malattia e si stima che almeno 1 altro milione di persone sia affetta da diabete mellito di tipo 2 senza saperlo. Infatti ancora troppo spesso si sottovaluta il significato di una glicemia elevata e si tarda quindi a porvi un opportuno rimedio.  

Mentre il diabete di tipo 1 (come altre forme più rare di diabete) non ha alcuna forma di prevenzione, il diabete di tipo 2 può essere evitato o quanto meno tenuto fortemente sotto controllo grazie ad uno stile di vita sano.

Nel diabete di tipo 2 il pancreas non produce una quantità sufficiente di insulina (la cui scoperta risale a cento anni fa, ne avevamo parlato qui), oppure l’insulina prodotta non agisce in modo corretto. Praticamente, il nostro organismo non è in grado di utilizzarla bene, in particolare a livello dei tessuti periferici (si genera così insulino-resistenza).

I FATTORI DI RISCHIO

Esistono dei fattori di rischio che non giocano assolutamente a favore e creano una predisposizione al diabete di tipo 2 e sono:

  • l’essere in sovrappeso;
  • la carenza di esercizio fisico (si parla anche soltanto di camminate);
  • abitudini di vita poco sane (dieta ricca di zuccheri e grassi saturi, sedentarietà, alcool);
  • l’ereditarietà (predisposizione genetica);
  • l’appartenenza ad una specifica razza (ispanici, asiatici e indiani d’America in particolare).

La patogenesi non è del tutto chiara anche se l’iperglicemia si sviluppa quando la produzione di insulina non riesce più a compensare l’insulino-resistenza, di conseguenza il fegato rilascia “impropriamente” glucosio nel sangue generando una situazione di iperglicemia.

Nella prima fase l’organismo reagisce all’insulino-resistenza producendo una maggiore quantità di insulina, successivamente la produzione di insulina non è più sufficiente, ponendo le basi per l’insorgenza del diabete di tipo 2.

Altri meccanismi associati al diabete di tipo 2 che concorrono all’insorgenza dell’insulino-resistenza sono:

  • bassi livelli di ormoni (testosterone, estrogeni, ecc) che aumentano la sensibilità all’insulina;
  • alti livelli di ormoni (glucocorticoidi, glicagone, adrenalina, mineralcorticoidi) che aumentano l’insulino-resistenza;
  • ritenzione idrica;
  • scarsa regolazione del metabolismo da parte del sistema nervoso centrale.

Studi scientifici hanno dimostrato che un’alimentazione sana e l’esercizio fisico permettono di ridurre del 58-60% il rischio di sviluppare diabete mellito di tipo 2 in quelle persone che sono considerate ad aumentato rischio per le caratteristiche che abbiamo evidenziato poco sopra.

IL DECALOGO DELLA PREVENZIONE

La Società Italiana di Diabetologia (SID) ha stilato un semplice, ma efficace decalogo che tutti dovrebbero seguire nella quotidianità:

  1. Raggiungere e mantenere il peso forma;
  2. Mangiare una porzione abbondante di verdura ad ogni pasto ed almeno due porzioni di frutta al giorno;
  3. Alternare i cereali integrali a quelli raffinati prediligendo il più possibile i primi;
  4. Consumare con moderazione i grassi di origine animale (insaccati, formaggi);
  5. Limitare l’assunzione di dolciumi a 1-2 porzioni alla settimana e bere pochissime bibite zuccherate;
  6. Mangiare ogni tanto i legumi al posto della carne e non dimenticare mai il pesce;
  7. Utilizzare come condimento l’olio di oliva, anche extravergine, ma con moderazione;
  8. Bere il vino con moderazione (massimo 2 bicchieri al giorno per gli uomini ed 1 al giorno per le donne), evitare i liquori;
  9. Smettere di fumare;
  10. Esercizio fisico moderato, ma costante (può essere sufficiente una passeggiata di 20-30 minuti al giorno o un’attività di 150 minuti alla settimana).

UN OCCHIO DI RIGUARDO ALLE DONNE


Una particolare attenzione deve essere posta alle donne in due importanti momenti della loro vita.

Il primo riguarda l’età fertile in quanto, parallelamente all’aumento del sovrappeso e dell’obesità, si sta riscontrando anche un incremento nelle diagnosi di diabete gestazionale. Il diabete gestazionale è una forma di diabete che insorge per la prima volta in gravidanza e che generalmente si risolve con il parto, ma che pone le pazienti ad aumentato rischio di sviluppare successivamente diabete mellito di tipo 2. Dato che la presenza di diabete gestazionale, se non diagnosticato e trattato adeguatamente, può portare ad importanti complicanze precoci e tardive sia per la madre che per il feto, è fondamentale eseguire una prevenzione già prima del concepimento (seguendo il decalogo sopra riportato) e durante la gravidanza (limitando l’incremento ponderale di peso e mantenendo uno stile di vita attivo).

Il secondo momento fondamentale per la prevenzione nella donna è quello dell’ingresso in menopausa quando, con i cambiamenti ormonali, subentrano anche importanti modificazioni nel corpo femminile (aumento della circonferenza vita con distribuzione addominale del grasso corporeo, tendenza all’incremento di peso) e del profilo di rischio cardiovascolare (aumento dei valori della pressione arteriosa, aumento del colesterolo). Tutti questi cambiamenti possono favorire la comparsa delle alterazioni metaboliche che predispongono alla comparsa di iperglicemia e di diabete mellito di tipo 2. L’età menopausale dovrebbe quindi diventare un momento importante in cui la donna impara a riscoprire se stessa ponendo in primo piano la propria salute psicofisica.

(Fonti: modusonline.itCDI Centro Diagnostico Italiano)