Donne e potere nel Basso Medioevo.

La sposa normanna. Cosa sarebbe successo se Costanza d’Altavilla avesse avuto la meglio e ottenuto di tornare nel convento dove viveva da anni come monaca? Sicuramente una parte dei nostri libri di storia sarebbe diversa e, molto probabilmente, non avremmo mai sentito il nome di Federico II di Svevia, del suo regno normanno nel sud Italia, non avremmo avuto modo di ammirare Castel del Monte e forse la sorte del Sacro Romano Impero sarebbe stata diversa. Non so se migliore o peggiore, ma sicuramente diversa da come oggi la studiamo nei libri.

Un matrimonio combinato.

Ecco, questo è ciò che insegna il libro “La sposa normanna”, pubblicato qualche anno fa e scritto da Carla Maria Russo; un’interessante quanto intensa biografia di Costanza d’Altavilla, madre di Federico II di Svevia, costretta ad un matrimonio combinato e forzato sotto tutti i punti di vista. Una donna strappata dalla sicurezza del convento, nel quale si era rifugiata per non poter vivere un amore impossibile e sacrificato a causa del pregiudizio in un’epoca, il XII secolo, dove l’immagine era tutto e niente era nelle mani delle donne, nemmeno la libertà di essere davvero sé stesse.

Costretta a sposare Enrico IV di Svevia, figlio del famoso Federico Barbarossa, per cercare di mantenere il potere dei Normanni sull’Italia meridionale ed evitare di farlo cadere nelle grinfie dello Stato Pontificio, questo romanzo racconta sia la storia di un regno quanto il destino di una donna che ha dimostrato valore, coraggio e fedeltà al nome che portava, ha combattuto contro un matrimonio infelice, ha lottato per dare una possibilità di salvezza all’unico figlio che è stata in grado di generare, è morta nella consapevolezza che forse non tutto era perduto.

Ed è così che il romanzo, nella sua ultima parte, ci regala attraverso una lettura agile e mai noiosa, la vita di Federico II, frutto della tenacia e del coraggio materno di Costanza, una figura sempre tenuta ai margini dei libri di storia ma che, invece, andrebbe approfondita poiché, a seguito delle sue azioni, ha permesso di scrivere pagine determinanti di storia.

IL ruolo della donna nei giochi di potere.

Troppo spesso le donne sono una semplice cornice negli eventi storici, la storia da sempre considerata appannaggio di figure maschile che ne hanno delineato i tratti che oggi studiamo sui banchi. Ma se invece si scoprisse che anche certe figure femminili sono state fondamentali, come sarebbe raccontata? Ecco perché diventa sempre più incessante il bisogno di scoprire l’altro sesso come protagonista e non più come semplice comparsa.

La sposa normanna”, sarà anche uscito qualche anno fa, ma ancora oggi rappresenta una novità che non risparmia sorprese e colpi di scena; certo, l’autrice ne fa una versione più romanzata ma, nonostante tutto, riesce a mantenere la ricerca storica come fulcro intorno al quale ruota tutta la struttura narrativa, partendo da un incipit descrittivo, il quale cala già il lettore in prossimità dell’evento che cambierà tutta il futuro di Costanza d’Altavilla.