Nasce nel 1982 la “Fondazione Le Costantine”, una realtà imprenditoriale ma anche di cooperazione sociale ed emancipazione femminile. Prese corpo e linfa dalla volontà di tre nobildonne salentine, le sorelle Giulia e Lucia Starace e la cugina Lucia De Viti De Marco. Esse hanno dedicato la loro intera esistenza agli altri, cogliendo l’eredità dello spirito e dell’operato delle loro madri, Carolina ed Etta.
Come da loro disposto, la fondazione sarebbe dovuta essere un centro di attività agricola, artigianale e pedagogica… e così in effetti è stato. Il loro sogno è diventato una concreta realtà attiva localmente ma con un respiro internazionale. In particolare, dal sodalizio tra le due cugine Giulia Starace e Lucia de Viti de Marco maturerà il progetto di creare, nella tenuta delle Costantine di proprietà di Carolina, un centro di benessere pubblico. Esso doveva offrire alla popolazione salentina occasioni di crescita personale e di lavoro non alienato, liberandola dalla costrizione a emigrare. Oggi la Fondazione Le Costantine è un’oasi tra gli ulivi e la macchia mediterranea, a Casamassella, nel basso Salento. Le Costantine è un sodalizio di ospitalità, tessitura, agricoltura biodinamica e formazione.
La storia delle Costantine ha origine nell’azione culturale, sociale e politica svolta da cinque donne eccellenti che hanno vissuto e operato nella prima metà del Novecento: Carolina de Viti de Marco, le sue figlie Lucia e Giulia Starace, la cognata Harriett Lathrop Dunham (detta Etta) e la figlia di questa, Lucia de Viti de Marco. L’impegno e il lavoro di queste donne a favore dell’emancipazione e della libertà femminile, del benessere e della cooperazione sociale, della preservazione della cultura locale e di tutela dell’ambiente, è confluito appunto nel progetto della Fondazione. Più nello specifico, come già accennato, furono le cugine Giulia Starace e Lucia de Viti de Marco a immaginare, disegnare e rendere concreta, attraverso i loro lasciti testamentari, la creazione di questo Centro. Le Costantine è un luogo in cui lavoro, ospitalità e cura si coniugano secondo un sapere antico e allo stesso tempo moderno.
“Cantando e Amando”: un laboratorio fonte di reddito e libertà per le donne
Nel 1901 Carolina ed Etta de Viti de Marco creano la Scuola di merletto di Casamassella. L’obiettivo è offrire una fonte di reddito alle donne salentine e favorirne l’emancipazione.
Nel 1903, grazie all’attivismo di Etta nel movimento emanicipazionista, la Scuola entra a far parte delle Industrie Femminili Italiane.
È nel 2002 invece che viene aperto presso la tenuta il laboratorio di tessitura “Cantando e Amando”. Viene in tal modo dato seguito alla volontà e all’amore di Donna Giulia Starace e, prima ancora, della madre Donna Carolina che hanno sempre desiderato elevare economicamente e spiritualmente le donne di Casamassella. Precorrendo i tempi e con grande spirito imprenditoriale, hanno trasformato un’antica tradizione, che affonda le sue radici nel passato, in un’attività organizzata capace di creare reddito e sviluppo del territorio.
”Cantando e amando” – motto della Scuola di Casamassella – riassume lo spirito che guida l’impresa tramandata da madri in figlie. È un’impresa dove la cura del lavoro e dei prodotti si accorda con la gioia dello stare insieme e con l’amore per il territorio e l’ambiente. Sono questi gli ideali che Giulia Starace e Lucia de Viti de Marco intendono legare, assieme a tutti i loro beni, alla fondazione che Giulia costituisce poco prima di morire.
Si producono manufatti tessili realizzati su antichi telai in legno a quattro licci, ottenuti con fibre naturali quali cotone, lino, lana, seta e cashemere. Le antiche tradizioni, trasmesse oralmente, sono arricchite dall’utilizzo di nuovi disegni e nuovi materiali. Ogni prodotto può essere personalizzato secondo il gusto del cliente ed è contrassegnato da un’etichetta, a garanzia di eccellenza e qualità. Oltre all’attività artigianale, il laboratorio svolge anche un’attività didattica, realizzando, così, il più grande desiderio delle sue fondatrici: la formazione. Questa era l’obiettivo principale del progetto delle ideatrici di Fondazione Le Costantine, in quanto credevano nell’importanza della formazione come strumento di libertà, soprattutto per le donne del luogo.
Le Costantine conquistano l’alta moda firmata Dior
Il 22 luglio 2021, di fatto, in Piazza Duomo a Lecce, abbiamo visto sfilare gli abiti derivati dai lavori di tessitura del laboratorio di Casamassella, per la collezione Cruise 2021 di Christian Dior. Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa della nota maison, recupera le sue origini salentine e propone una collezione che è inno alla tradizione, alla condivisione e al savoir-faire femminile. Punta così alla sartorialità italiana e al lavoro artigianale delle tessitrici della Fondazione Le Costantine: texture e colori che richiamano la terra, la luce, i paesaggi del Salento; tagli morbidi di vestiti, gonne, pantaloni e camicie che ricordano i contadini nei campi arsi dal sole; il ricamo a tombolo è che riprende gli arzigogoli delle decorazioni del barocco e delle luminarie.
”Nel Mediterraneo la tessitura è una tradizione antica. Ma a Casamassella, nel Salento, c’è un posto dove quest’arte è diventata metafora di libertà, emancipazione e poesia. Spiega il regista Edoardo Winspeare, che ha diretto il film documentario “Cantando e Amando”. – Tale luogo si chiama ‘Le Costantine’. Sede di una fondazione in cui l’utopia della felicità pubblica attraverso il lavoro è stata realizzata.”
“Le anime del tessile”: un’antica tradizione che si fa impresa di donne
La storia e le attività della Fondazione Le Costantine è diventata di recente anche oggetto di una mostra. “Le anime del tessile”, visitabile a Lecce fino al 3 giugno 2022.
Il percorso espositivo, concepito nell’ambito del progetto “Dal passato al futuro. Storia di attualità di una eccellenza femminile che fa impresa”. Alprimo piano dell’ex Convitto Palmieri, propone un percorso tra documenti d’archivio della Fondazione e artefatti tessili. Il circuito della mostra offre un’introduzione sulle cinque protagoniste di questa storia imprenditoriale tutta al femminile.
Foto e documenti diventano i fili grazie ai quali il visitatore può ricostruire la trama internazionale in cui è inserita la loro azione filantropica e artistica. Ma anche il nesso con i movimenti di emancipazione femminile, la pedagogia montessoriana e la filosofia steineriana. Ci sono però anche esemplari del campionario del laboratorio della Scuola di Casamassella, consorziato nelle Industrie Femminili Italiane. Le IFI sono una società cooperativa nata in seno al Consiglio Nazionale delle Donne Italiane. Lo scopo delle IFi era promuovere il lavoro tradizionale femminile sottraendo le artigiane allo sfruttamento delle commesse a domicilio. Tale società riunivano oltre quattrocento laboratori diffusi su tutto il territorio nazionale. E operavano sotto alla direzione di Cora Slocomb di Brazzà, filantropa femminista e geniale imprenditrice.
Dai merletti di Casamassella ai tessuti per Dior
La scuola di Casamassella esporta i suoi merletti in Europa e negli USA e li esibisce in diverse Esposizioni Universali. Ottiene premi e riconoscimenti, tra cui la medaglia d’oro a Milano, nel 1906, e a Bruxelles nel 1910. Carolina ed Etta de Viti de Marco hanno composto il campionario studiando i punti antichi negli esemplari conservati nei musei e nelle collezioni private. Collaborano con studiose e maestre esperte. Come Elisa Ricci, autrice del volume “Antiche trine italiane”, Adriana Zon Marcello, promotrice della scuola di Burano, Lina Bianconcini Cavazza, fondatrice dell’“Aemilia Arts Merletti e Ricam” a Bologna.
Il percorso si serve anche di una seleziona dell’archivio fotografico dello scrittore, giornalista e fotografo Giuseppe Palumbo. Grazie ai suoi scatti dà una visione viva del contesto storico e sociale all’interno del quale si svolgono le vicende delle donne di Casamassella. Attraverso il suo reportage entriamo in contatto con i volti di quelle donne simili alle contadine di Casamassima. Custodi di una sapienza antica che con la cardatura della lana. La disséma del cotone, la tessitura di coperte e tovaglie, il ricamo e i merletti, erano riuscite a riscattarsi dal lavoro alienante dei campi e dare dignità alla loro esistenza.
Dalla prima sezione filologica, si passa alla seconda sala della mostra. Qui sono in esposizione artefatti attuali della produzione tessile delle Costantine. Particolarmente interessante sono alcuni capi realizzati da Christian Dior per la già citata sfilata Cruise 2021. Inoltre, nella stessa sala viene ospitata una sezione didattica con la presenza di un telaio storico. Dove si prevedono interventi delle tessitrici del laboratorio Le Costantine.
”La fondazione si ispira a un ideale di umanità integra e sana sia sul piano fisico che su quello morale e spirituale e il Centro dovrà costituire una sorgente di benessere e di elevazione per gli abitanti del territorio e incoraggiare i giovani a rimanere nel loro paese di origine con dignità e serenità” (dall’Atto costitutivo firmato da Giulia Starace nel 1983).
Sara Foti Sciavaliere
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