8tto Edizioni è una nuova casa editrice indipendente specializzata in narrativa inglese, fondata da quattro splendide donne che hanno unito le loro forze e si sono strette in un abbraccio umano e professionale per dare nuova linfa al mondo editoriale, proponendo i loro romanzi.

Quattro donne, quattro realtà: un solo grande amore, quello per i libri. 8tto edizioni.

Alessandra, Benedetta, Cristina & Manola sono il cuore di questo progetto che ha base a Milano e ha già all’attivo diverse pubblicazioni.

Ci ha subito colpito il vostro nome, caratteristico intreccio di un numero con delle lettere. Così singolare, che non può non essere apprezzato. Cosa significa: 8tto edizioni?

I numeri vengono spesso considerati qualcosa di inaccessibile e da evitare per gli amanti della letteratura, ma è un’idea limitante. I numeri definiscono ogni cosa che ci circonda e anche noi stessi. Raccontano storie ancora inesplorate, un po’ come vogliamo fare noi di 8tto. Tra i tanti numeri abbiamo scelto 8 prima di tutto perché assomiglia molto al simbolo dell’infinito, si può tracciare più e più volte senza mai staccare la penna dal foglio. Non ha un inizio né una fine, e rappresenta pienamente i viaggi – fisici e interiori – che la letteratura offre. Inoltre 8 è un numero idoneo, potente, pratico e naturale. Oltre che un numero è un nome e indica un’identità, o molte. È il numero atomico dell’ossigeno. Ci farà respirare dentro e fuori da storie vicine o lontanissime che avranno la forza, il coraggio e la presunzione di spiegarci infinitesimi tasselli di ciò che siamo e di ciò che ci circonda.

Essere indipendenti è sempre una scelta ardita e coraggiosa, cosa vi ha spinto a seguire questa linea editoriale?

Veniamo tutte e quattro dal mondo editoriale. I libri sono stati il nostro pane e la nostra linfa per buona parte della vita professionale. Ma non sono mai stati interamente nostri. Per quanta passione e impegno potevamo metterci, sentivamo che il risultato non ci avrebbe mai completamente soddisfatte. E in un’età della vita che spesso è fatta per i bilanci, noi abbiamo capito che era il momento giusto, quell’ora o mai più che sentivamo come pulsione insopprimibile. E così, a piccoli passi, con coraggio, entusiasmo e buonsenso, ci siamo buttate, scegliendo una linea editoriale che rispecchiasse completamente quell’idea di letteratura ed editoria a cui aspiravamo.

Vivete una realtà tutta al femminile: quali sono i punti di forza e quali le debolezze di un gruppo tutto di donne?

Al momento non vediamo punti deboli: siamo quattro amiche/colleghe che hanno tutte la stessa visione di editoria e di come metterla in pratica. Certo, ognuna di noi ha delle caratteristiche proprie che ogni tanto portano a scontrarci, ma sempre in un’ottica costruttiva e di crescita. Un sicuro punto di forza, invece, è il riuscire a essere e a fare più cose contemporaneamente. Essendo appena nate dobbiamo seguire ogni aspetto di una casa editrice e non solo quello a noi più congeniale: scovare testi da pubblicare e lavorarli per il mercato italiano. Alessandra si occupa della produzione e della logistica e vi assicuro che non è poco; Cristina dell’acquisizione dei diritti e tiene i rapporti con gli agenti letterari e le case editrici straniere, io (Manola) e Benedetta ci occupiamo della comunicazione e del marketing. Ma quando serve rimescoliamo le carte.

Il primo ricordo che vi lega a un libro…

Alessandra: Vengo da una famiglia di forti lettori e i libri sono stati ovunque nella mia infanzia. Il primissimo libro “da grande” che ho letto, uno senza figure, era un libro sulla preistoria, tra narrazione e divulgazione. Una traccia di 100.000 anni fa. Lo ricordo ancora benissimo.

Benedetta: Ricordo il giorno in cui mio padre mi ha regalato questo libro che conservava come un tesoro della sua infanzia: un’edizione del 1949 de La casa nei paraggi di Pooh di A A Milne con i suoi disegni originali e i nomi dei personaggi non ancora italianizzati. Avevo undici anni e per me è stata una rivelazione e insieme un onore poter tenere in mano un libro così diverso da quelli a cui ero abituata, mezzo distrutto ma che conservava l’amore profondo che aveva suscitato e di cui era stato oggetto. Ecco, da quel momento in poi per me la lettura è sempre stata un fatto puramente emozionale.

Cristina: I primi libri adulti che ricordo di aver amato sono Il nome della rosa di Umberto Eco, che ho letto come un giallo, perdendomi probabilmente metà del suo valore, ma che ho amato moltissimo lo stesso, e Il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach, perché per me la lettura è stata fin dall’inizio un viaggio di scoperta interiore.

Manola: Ho iniziato a leggere libri appena ho imparato a farlo, mi si è aperto un mondo che non pensavo potesse esistere. Ma il primo libro che ho letto sentendomi quasi un’adulta, perché scelto e voluto da me e non trovato nella libreria di famiglia o preso in prestito nella biblioteca della scuola, è stato Ivanhoe di sir Walter Scott. Avevo 10 anni. L’amore per la storia e il nostro passato non mi hanno più lasciata.

Nel prossimo futuro, quali novità attendono 8tto edizioni? Sono già in programma nuove uscite editoriali?

Il 5 aprile usciranno due nuovi titoli, ancora una volta due scommesse. Il primo, Sulla chaise-longue di Marghanita Laski, è un romanzo gotico con venature horror che riflette sul tema dell’identità, sulla condizione della donna tra la fine dell’Ottocento e gli anni Cinquanta – a questo proposito troverete molti spunti interessanti nella prefazione che Giulia Blasi ha scritto per noi – e sull’angoscia – e il terrore! – che proviamo quando non ci sentiamo capiti, quando anche il solo fatto di esistere nel qui e ora viene messo in discussione. Il secondo, Lillian Boxfish si fa un giro di Kathleen Rooney, è il ritratto di un’intensa figura femminile sullo sfondo della New York degli anni Ottanta. Ispirato alla storia vera di Margaret Fishback, il primo pubblicitario donna più pagato al mondo, è l’affresco poetico e sentimentale di un’America in fermento e in procinto di cambiare per sempre.

Nella certezza che di Voi sentiremo a lungo parlare, vi ringrazio per l’amore con il quale portate avanti questo progetto editoriale indipendente, rendendo chiaro anche il detto: “If you Dream it, you can do it!”.