Barbie, dal suo esordio fino al film che la vede protagonista, questa bambola è sempre stata icona e portatrice sana di cambiamento.

Rivoluzione Barbie. Quando si parla di Curvy, riferito alle donne formose, e di Brawn, riferito agli uomini in carne, si parla di rivoluzione nel mondo della moda in prima persona, perché è proprio dalle passerelle, dai media, che si può davvero cominciare a fare la differenza. L’esempio deve sempre partire dai modelli che, volente o nolente, influenzano e non poco una società.

E allora perché non partire dalla più piccola età con un’icona che è stata amata da generazioni e generazioni di bambine?

La Barbie, non giriamoci troppo intorno, è stata la bambolina di tutte noi: l’abbiamo ammirata, l’abbiamo vestita, truccata e forse le abbiamo anche tagliato e acconciato spesso i capelli. Era e lo è ancora adesso perfetta, ci ha aiutato nei momenti più difficili dandoci la possibilità di vivere storie incredibili create dalla nostra fantasia.

Però, siamo sinceri: non sarebbe stato bello vederle anche sotto una luce diversa? All’inizio erano per lo più bionde, questo sì, poi sono anche arrivate le more, e le barbie di differenti etnie, tutte incredibilmente belle.

Oggi, per l’esattezza a partire dal 2016, molte cose sono cambiate, anche nel mondo dei giocattoli c’è stata una vera e propria rivoluzione!

E così sono arrivate le prime Barbie Curvy, come potete vedere nella gallery.
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Ma non è finita qui

La Mattel ha creato davvero qualcosa di unico e speciale, collaborando attivamente con l’attivista per i diritti dei disabili Jordan Reeves, tredicenne conosciuta per essere stata la prima ragazzina ad aver progettato una protesi a forma di unicorno, ma non solo… Ha collaborato al progetto anche l’ospedale pediatrico di Los Angeles.

E dopo le Barbie curvy nascono così anche le bellissime Barbie “diversamente abili” come potete vedere continuando a scorrere nella nostra gallery.

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Un messaggio importante che può insegnare sin da piccole che l’imperfezione è ciò che davvero ci rende empatici e che la nostra unicità è ciò che davvero conta e conterà per sempre.

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