Molti le associano, ma le due malattie sono davvero simili? È possibile fare previsioni sulla durata della pandemia da SARS-CoV-2 basandosi su ciò che l’Influenza Spagnola ci ha insegnato?
Da mesi non si fa altro che tirare fuori svariate teorie sul Virus che ha stravolto la nostra esistenza. Il mistero che ancora avvolge questo patogeno spinge chiunque a dire la sua, siano essi uomini di scienza o meno. Tra i vari argomenti di trattazione c’è quello secondo cui il Covid assomiglierebbe alla Spagnola, l’influenza che tra il 1918 e il 1920 causò tra i 50 e 100 milioni di morti. È possibile che la Storia si stia ripetendo e che l’uomo non abbia imparato nulla dal passato?
Oggi come allora
Senza entrare nel dettaglio molecolare che li contraddistingue, possiamo affermare che i virus dell’Influenza Spagnola e del Covid-19 sono due patogeni completamente diversi e distinti. Le somiglianze tra le due malattie, quindi, sono da ricercare solamente nello sviluppo e nell’andamento della pandemia.
Era la primavera del 1918 e il mondo aveva appena visto concludersi la Grande Guerra. Improvvisamente, però, in molti furono colpiti da una terribile influenza. Il numero dei malati era davvero elevato, ma la questione fu presa abbastanza alla leggera considerato che i decessi erano relativamente pochi e che le priorità erano altre. Sì, qualche campanello d’allarme risuonava, come giovani in salute che morivano, ma c’era da rimettere in piedi il pianeta e non c’era spazio per altro.
I pochi decessi iniziali sono da imputare anche a errate diagnosi: il quadro clinico era poco chiaro e spesso si diagnosticava una meningite. Fu solo quando si notò che il tessuto polmonare dei deceduti era pieno di emorragie, che si cominciò a ipotizzare una nuova malattia.
A luglio tutto sembrava finito e quasi tutte le testate giornalistiche mondiali parlavano di un’epidemia già conclusa. La popolazione poteva rilassarsi.
Poi è arrivata la seconda ondata. Gli ospedali e i medici non erano preparati, troppi pazienti per una malattia che non si sapeva ancora curare. Mancavano le bare per i morti e ben presto mancò anche lo spazio nei cimiteri. Nel tentativo di arginare i contagi tutti i governi imposero chiusure e ristrettezze, era consigliato evitare qualsiasi tipo di contatto e si invitava caldamente la popolazione a uscire con naso e bocca coperti da una mascherina.
Tutto questo è successo un secolo fa eppure, non troppo velatamente, si possono riscontrare notevoli similitudini con l’attuale pandemia da Coronavirus:
- A inizio 2020 si pensava a questo virus come a un’influenza un po’ più apra del consueto;
- Alcuni studi dimostrano che tracce di Covid-19 sono riconducibili addirittura a novembre 2019;
- Durante l’estate, il calo dei contagi ha fatto pensare che il peggio fosse passato;
- L’autunno ha portato la seconda ondata, un’impennata di contagi e nuove misure restrittive.
Il passato che ritorna…
Nel suo “Saggio sul principio della popolazione”, Thomas Robert Mhaltus, economista vissuto a cavallo tra ‘700 e ‘800 che ispirò Darwin e la sua teoria sull’evoluzione, sostiene che:
“Il potere della popolazione è così superiore al potere della terra di produrre sussistenza per l’uomo, che la morte prematura deve in qualche forma visitare la razza umana.”
Viene dunque da chiedersi se fosse stato possibile evitare la pandemia da Covid-19, vista la storia recente dell’umanità, oppure se questa sia semplicemente un modo terribile con cui la natura ha deciso di riequilibrare i numeri.
Quello che è certo è che confrontando le curve dei contagi delle due malattie possiamo notare un andamento del tutto simile. Quindi forse è per questo che le due pandemie vengono accomunate: se hanno lo stesso sviluppo allora possiamo sperare che questo virus se ne vada così com’è venuto, proprio come fece a suo tempo la Spagnola. Forse, potremo apporre la parola fine a questo capitolo così drammatico delle nostre vite.
In nero, curva dell’Influenza Spagnola. A colori, curva Covid-19 presa da Ultimora.net
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