Con il suo Universo Cinematografico, la Marvel ha conquistato – e continua a conquistare – una fetta sempre più grande di spettatori. Quando si parla di supereroi, però, si pensa immediatamente a uomini. Ma le donne dove sono finite?
Il cinema dei fumetti da sempre ci ha abituati a eroi mascherati o in calzamaglia, ma delle loro controparti femminili si è visto ben poco. Sono solo una manciata i film che le vedono come protagoniste anziché come spalle o compagne di. Soltanto di recente infatti si è avuta una spinta sotto questa direzione con “Dark Phoenix”, “Captain Marvel” e l’attesissimo “Black Widow”.
La rivalsa del fumetto
Primavera 2008, Marvel lancia il nuovo film “Iron Man” e l’opinione popolare storce la bocca. Passino infatti gli eroi più famosi come Spiderman o i compagni della DC Comics, che ormai per la cultura mondiale sono ineluttabili, come direbbe Thanos. Ma per quanto riguarda gli altri… sono un argomento troppo di nicchia, per un pubblico troppo ristretto. Non funzioneranno mai.
Agli inizi del millennio la casa di produzione era sull’orlo della bancarotta e i colleghi la sbeffeggiavano dicendo che stavano raschiando il fondo del barile con questa nuova, folle, idea.
Ma da grande disperazione deriva grande genialità e forse è stato il pensiero che “o la va o la spacca” a spingerla verso nuovi orizzonti, o forse no. Quello che sappiamo per certo è che il lancio di “Iron Man” ha acceso una scintilla che non si è mai spenta.
Dodici anni dopo, Marvel vanta la bellezza di ventitré film relativi al MCU, il Marvel Cinematic Univers. Non solo ha ribaltato la sua triste storia ma ha anche appassionato un pubblico variegato ed estremamente vasto. Grazie ai loro film dal taglio unico hanno coinvolto non solo gli appassionati del fumetto, ma anche amanti dello spionaggio, del fantascientifico, del thriller e della commedia. Uno dei loro punti di forza, infatti, è adattare ogni genere di film ai fumetti. Spiderman? Film scolastico-adolescenziale ma con superpoteri. Captain America? Storico-di guerra ma con superpoteri.
Black Widow e colleghe
C’è voluta la pandemia globale per congelare il forno della Casa delle Idee. Con il mondo in un fermo immagine forzato, anche l’uscita al cinema dell’attesissimo “Black Widow” è stata posticipata a data da destinarsi.
Inutile dire che dopo “Avengers: Endgame” i fan di tutto il mondo attendono il dietro le quinte di Natasha Romanoff. Il suo “ci vediamo tra un minuto” come saluto d’addio a quella che era diventata la sua famiglia, ha spezzato il cuore di molti.
È importante notare che “Black Widow” è soltanto il secondo film, su ventitré, e il primo in assoluto su un personaggio femminile privo di superpoteri, all’interno del MCU. La pellicola svelerà tutti i retroscena di Nat e mostrerà al pubblico i tanto citati eventi di Budapest, dove la sua vita doveva terminare se non fosse che “qualcuno ha deciso diversamente”, come afferma lei stessa in “Avengers”.
La Vedova Nera non è solo una donna tosta che fa spettacolari acrobazie. È una donna con un passato tormentato al quale vuole porre rimedio e lo fa proteggendo la Terra a fianco dei Vendicatori. È la dimostrazione che tutti, persino una macchina della morte come lei, si meritano una seconda possibilità. Le aspettative sono quelle di un film di spionaggio, sì, ma molto introspettivo e profondo.
Nell’attesa ci chiediamo come mai così poco spazio viene riservato alle supereroine nel cinema. I bambini crescono sognando di diventare Captain America o Tony Stark mentre alle bambine non resta che vestire i panni delle compagne, Peggy Carter e Pepper Potts. Donne indubbiamente forti e dal grande carattere, ma è ora di sfatare la massima secondo cui “dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna”. Perché tenere queste grandi donne dietro? Perché non mostrare al mondo di cosa realmente sono capaci?
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