La metropolitana di New York è una delle più antiche ed estese del mondo. La prima linea aprì nel 1904 e da allora è in funzione twenty-four seven. Ma la verità è che il primissimo tunnel sotterraneo fu costruito in gran segreto più di trent’anni prima. Cosa accadde, quindi, in questo gap temporale?

Era il 1869 e l’allora editore e inventore Alfred Ely Beach si interpellava su una questione interessante: se era possibile pompare all’interno di un tubo un fascio di lettere, facendole così transitare da un posto all’altro, perché non si poteva fare altrettanto impacchettando gli esseri umani in un vagone? Combattendo contro politici corrotti e lavorando in segreto, riuscì a dar vita al predecessore della metro di New York.

Ingredienti perfetti per un’idea innovativa

Alfred E. Beach è ricordato per aver realizzato il primo treno sotterraneo, oltre che per aver acquistato la rivista Scientific American insieme ad un amico. Ma com’è che un editore si è trasformato nel padre della futura metropolitana?

L’idea è probabilmente nata da un conglomerato di situazioni favorevoli. In primo luogo, nel 1867, durante l’American Institute Fair di New York, presentò un treno pneumatico di superficie posto all’interno di un tubo. L’attrazione piacque talmente tanto da diventare una delle preferite dai visitatori.

Poi c’era il fatto che in quegli anni la massa impressionante di carrozze che attraversava Manhattan stava letteralmente soffocando la città. Secondo un articolo riportato su Le Scienze (edizione italiana di Scientific American), infatti, gli spostamenti affliggevano i residenti con una polvere stradale schifosa, che risultava essere dannosa per la salute: probabilmente si trattava di sterco di cavallo essiccato.

Infine, negli archivi di Beach c’era anche il progetto dello shield, una corta macchina cilindrica da scavo. Questa aveva un diametro di circa tre metri ed era capace di scavare un tunnel sotterraneo a sezione rotonda, procedendo in avanti grazie alla propulsione idraulica.

Insomma, combinando tutti questi ingredienti, Alfred ebbe l’idea per un sistema di trasporto nuovo e moderno che avrebbe snellito il traffico su strada. Gli mancava solo una piccolezza: il permesso di costruire.

Il segreto di Pulcinella

All’epoca New York era governata da William Magear Tweed, noto anche come Boss Tweed, e notoriamente famoso per le tangenti che riscuoteva, soprattutto dai gestori dei treni a vapore.

Nonostante questo piccolo intoppo burocratico, Beach riuscì ad ottenere dei permessi “farlocchi”, ad esempio per la costruzione di un unico grande tubo che avrebbe dovuto contenerne altri più piccoli per il trasporto della posta. Ma anziché far passare dei tubicini, grazie al suo shield, Beach scavava lentamente il tunnel per un innovativo treno.

Ma come tutti sanno a New York non esistono segreti. Complice il fatto che ogni pochi metri gli operai foravano la superfice per controllare la direzione degli scavi, ben presto i lavori divennero di dominio pubblico.

Un successo dimenticato

Le corse cominciarono nel 1870. Una gigantesca ventola installata sul retro della stazione sotterranea, spingeva il vagone lungo le rotaie fino alla stazione successiva. All’arrivo, la ventola veniva invertita dai macchinisti e si creava così una forte depressione che “risucchiava” il vagone fino alla stazione di partenza.

L’antenato della metropolitana quindi funzionava alla grande, anche se solo per una novantina di metri. Ma l’idea di Beach era quella di creare una rete sotto tutta l’isola di Manhattan. Purtroppo, non riuscì a realizzare il suo progetto proprio perché Tweed, furioso per essere stato ingannato, bloccò i lavori.

Beach morì nel 1869 e solo tre anni dopo, in seguito a un incendio che costrinse gli operai a scavare tra le macerie, venne ritrovato il tunnel sotterraneo. La struttura aveva retto per tutti quegli anni, dimostrando così la validità dell’idea di una rete sotterranea.

Nel 1904 aprì la prima linea metropolitana per come la conosciamo oggi: il resto è storia.