Il 22 gennaio è approdata su Netflix Fate: the Winx saga, un (apparente) sogno per tutti i bambini e le bambine cresciute con il glitterato Winx Club. Ma la serie funziona davvero?

Come segnalato qualche tempo fa, è finalmente arrivata in Italia l’attesa serie TV dedicata alle magiche fatine di Alfea. Ma chi si aspettava di vedere ali luccicanti e vestiti sgargianti si sbagliava di grosso! Le dolci e ingenue adolescenti sono state sostituite da giovani donne alle prese con mostri ben più spaventosi di quelli animati.

Una fata a Gardenia

Era il 28 gennaio 2004 quando andò in onda il primo episodio della serie d’animazione Winx Club, creata da Iginio Straffi.

La scena era questa: Bloom, una semplice ragazza terrestre, salva una fata utilizzando dei poteri che non sapeva di possedere. Stella, riconoscente (e qui molto gentile) aiuta Bloom a capire cos’è successo e la porta con sé ad Alfea, la scuola per fate. Qui le due ragazze incontrano le proprie coinquiline: Flora, Tecna, Musa e Aisha. Fin da subito tra le ragazze sboccia una bellissima amicizia e il gruppo prende il nome di Winx Club.

Dato l’incredibile successo della serie, era solo questione ti tempo prima che le Winx sbarcassero nel mondo reale.

Fate: the Winx saga

La serie conta sei episodi che ripercorrono, a grandi linee, le avventure delle omonime fate animate. Bloom scopre casualmente di avere dei poteri magici e, in questo caso, arriva ad Alfea perché “sapeva di non avere altra scelta”, come sottolinea la melodrammatica preside.

Musa cambia potere e diventa una fata della mente, Tecna non pervenuta e Flora è solo menzionata una tantum. Se da un lato il cambiamento di Musa risulta sicuramente interessante, dall’altro l’assenza di due importanti personaggi fa storcere la bocca. Ma la vera mancanza che si avverte fin da subito è quella delle Trix, le eterne rivali delle Winx. Niente Torrenuvola, dunque, ma solo scuola per fate e per specialisti.

Con sei episodi soltanto e decisamente tanti personaggi, il risultato è un uno a uno palla al centro.

In primo luogo, i salti del tempo narrativo tra una scena e l’altra costringono lo spettatore a una concentrazione totale e rendono l’inizio un tantino caotico e scattoso. Inoltre, in questo modo molti personaggi sembrano semplicemente fatti e messi lì, senza uno scopo particolare. Soltanto Stella e Bloom, infatti, sono state approfondite mentre le altre Winx sono solamente tratteggiate a grandi linee.

La spontanea bontà che caratterizza le Winx animate è stata sostituita da teen-drama continui, gelosia e scatti di rabbia che manco una vera Trix. Ma d’altro canto, è vero anche che questo le rende molto più umane e reali di quanto non fossero le loro precedenti versioni.

Con la speranza di approfondire maggiormente la questione, va dato atto alla serie che, nella sua brevità è comunque riuscita a far crescere e maturare tutti i personaggi, trasformando quei sentimenti negativi ed egoisti in qualcosa di più. Queste nuove fate hanno molto da imparare, ma arrivano al finale di stagione con un sorriso in più e facendo un passo avanti verso il vero Winx Club.

Darkness everywhere

Un fatto che colpisce fin dai primi istanti dell’episodio uno è l’oscurità di questa serie. I mostri creati per Fate: the Winx saga non sono certo adatti ai deboli di cuore. In questa trasposizione young adult il nemico è davvero spaventoso e ha un che dell’inquietudine che potrebbe sprigionare un incrocio tra Lord Voldemort (versione Raptor) e un Vacuo di Miss Peregrine.

Probabilmente però, il fatto più oscuro di tutti è anche la chiave vincente di Fate. Onde evitare spoiler, possiamo soltanto dire che da una serie animata ricca di sorrisi, cuori, brillantini e dolci animaletti non ci si aspetta di certo i pericoli e i colpi di scena che qui sono all’ordine del giorno. Ogni episodio, infatti, è un crescendo di rivelazioni del tutto inaspettate dove niente, e soprattutto nessuno, è quel che sembra. E per quanto riguarda il finale di stagione be’… è a dir poco sconcertante.

La tensione è alle stelle e le premesse per la seconda serie ci sono tutte, sperando solo che vengano sfruttate e approfondite al massimo del loro potenziale!