Stiamo leggendo per voi Versailles: il mistero della loggia, romanzo storico edito dalla Leggereditore. Ma prima di parlarvene, abbiamo avuto il piacere di “incontrare” l’autrice con la quale abbiamo scambiato quattro chiacchiere.
Vorrei chiederti, per prima cosa, di raccontarti alle lettrici del nostro magazine: chi è Margherita Cavalieri?
Sono lieta di essere in vostra compagnia su Pink Magazine. Sono una scrittrice e studiosa di letteratura, e amo molto stare all’aria aperta. Se un giorno mi incontrerete in un parco, sarò capace di salutarvi affabilmente e di camminarvi accanto, e insieme di restare mentalmente immersa nella lettura o nella scrittura!
Versailles il mistero della loggia, che avremo il piacere di recensire, è un romanzo storico miscelato all’intrigo. Ma perché proprio Versailles e gli anni di Luigi XVI?
Perché sono una millennial che ha incontrato Lady Oscar, proprio quando iniziavo a creare storie. Questo scenario, in un certo senso, vive in me da sempre. La Versailles di Luigi XVI e di Maria Antonietta negli ultimi anni del loro regno è comunque l’unica ambientazione possibile per la storia che ho scritto: è emblema di eleganza e insieme di intrigo, e le sue contraddizioni sono le stesse dei protagonisti. Libertà e doveri di sangue, natura e convenzioni, verità e infinita rappresentazione… Thomas e Costanza si barcamenano tra i contrasti del loro tempo: li incarnano, e insieme vogliono liberarsene.
Romanzo storico e la Storia. In un’epoca come la nostra, dai ritmi così serrati e intensi, perché dovremmo ancora soffermarci a riflettere sul passato e sulle azioni degli uomini?
Anche solo per sapere che i ritmi non sono sempre stati questi, e che non c’è nulla di dato, o di ovvio, nel modo forsennato in cui viviamo… Leggere e soffermarci ci aiuta a riprenderci il nostro, di tempo: quello della mente, della capacità di immaginare. Leggere romanzi e saggi storici ci fa anche viaggiare nel tempo, e ci aiuta a percepire che siamo parte di qualcosa di più grande, tutto in divenire.
Parlando ancora di figure storiche: ce n’è una femminile, in particolare, alla quale dedicheresti un intero romanzo?
In Versailles, Costanza cita più volte la marchesa Émilie du Châtelet. Fu una donna colta e libera, scienziata, filosofa: Voltaire, che dai lei fu amato e aiutato, la chiamava affettuosamente Pompon Newton, perché Châtelet metteva la stessa energia tanto nella cultura (tradusse per prima Newton in francese) quanto nella moda e nella cura di sé. La sua è una figura già romanzesca, e davvero affascinante. Insieme a lei, quasi come l’altra faccia di una medaglia, mi viene in mente Thérèse Le Vasseur, compagna del filosofo Jean Jacques Rousseau. Lo ha seguito per tutta la vita, prendendosi cura di lui, sopportando le sue intemperanze e mettendo alla luce cinque figli; ma Rousseau, celebre per la sua pedagogia nuova e “illuminata”, li ha tutti abbandonati alla nascita, togliendoli anche a lei. Mi chiedo cosa abbia spinto Le Vasseur a restargli accanto, sarebbe interessante indagare la sua storia, la sua personalità, dare una voce anche alle sue decisioni.
Donne e Storia. Le donne moderne a quali donne del passato dovrebbero ispirarsi?
Siamo in un momento di passaggio, nel quale molti contrasti si riaccendono: per questo, possiamo forse recuperare figure rivoluzionarie, vissute in momenti di rottura, per farci forti del loro coraggio. Penso a Olympe de Gouges, che nella Rivoluzione Francese è stata alfiera dei diritti delle donne, pagando con la vita. O a Mary Wollstonecraft, pensatrice che fu a Parigi in pieno Terrore, e ha lasciato importanti scritti femministi (e mise al mondo Mary Shelley, autrice di Frankenstein, a sua volta donna libera e anticonformista). È assolutamente casuale che le prime a venirmi in mente siano scrittrici.
Scrittura e quotidianità. Molto spesso uno scrittore è “costretto” a vivere una vita che corre su due binari paralleli, quello dell’arte e quello della vita di tutti i giorni. Come si coniugano queste due esistenze?
Bella domanda, mi piacerebbe scoprirlo. Sono quel tipo di scrittrice che è capace di risponderti con l’ultima parola che sta scrivendo nella sua testa, a prescindere dalla domanda. Per ora, quello che sono riuscita a fare per conciliare arte e vita è circondarmi di persone molto pazienti! In senso più generale, aggiungo un pensiero in più: per chi ha dentro di sé un “fuoco”, della scrittura o di un’altra arte, la sfida più difficile è la sopravvivenza di quel fuoco in una società ossessionata dalla produttività. Anno dopo anno, giorno dopo giorno, il mondo ci dice di smetterla: di dedicarci ad attività più remunerative o riconosciute, di fare altro, di “essere normali” se non si riesce a “diventare famosi”. Invece bisogna resistere e restare così, anime distratte e non monetizzabili, fedeli ai nostri fuochi. Se li abbiamo dentro c’è un motivo, tentare di spegnerli è come tradire noi stesse.
Covid ed editoria. La pandemia sta mettendo in ginocchio l’economia italiana. Purtroppo ne sta facendo le spese anche l’editoria, mutilata soprattutto delle fiere e degli eventi. Come potremo rialzarci, secondo il tuo parere?
La mancanza di fiere, di presentazioni, di convention… in una parola, di luoghi fisici di ritrovo è molto pesante. Sono eventi importanti, perché senza si vende di meno, e anche perché quando ci si incontra le idee nascono, si formano, si rigenerano. Quindi spero che potremo presto tornare a riunirci, in modo diverso, magari, ma comunque frequente e felice. Fatta questa necessaria premessa, l’editoria non sta malissimo: il rapporto ISTAT evidenzia una tendenza che fa ben sperare. In questi mesi, le persone hanno acquistato libri online o dalle librerie di quartiere, hanno iniziato a leggere in ebook, o più semplicemente a leggere di più. Quindi i segnali positivi già ci sono. Se intendiamo rialzarci come e meglio di prima, secondo me dobbiamo costruire insieme un mercato del libro più aperto alle voci indipendenti, ai generi e alle storie più particolari. E non dobbiamo lasciare la vendita e distribuzione al monopolio dei giganti dell’ecommerce, per i quali un libro è poco diverso da una lampada o da un gadget qualsiasi… piuttosto, aiutiamo le librerie indipendenti e i circuiti più piccoli, hanno bisogno di noi, e noi di loro.
A cosa stai lavorando in questo periodo? Leggeremo un altro storico? Se sì, questa volta in quale epoca ci trasporterai?
Vedere il mio nome sulla copertina di Versailles – Il mistero della loggia per me è tanta roba, la sto metabolizzando, e mi auguro di rimettermi presto a lavorare con lo splendido team Leggereditore, per nuove avventure storiche. Nel frattempo, spero che il mio primo romanzo vi piacerà.
Merci et à bientôt!
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