C’era una volta nell’Upper East Side di New York il Barbizon Hotel. Non era il primo albergo per sole donne, ma di certo era, ed è tuttora, il più famoso. Vi arrivavano ragazze da ogni dove con il sogno di vivere liberamente la propria indipendenza.

Il Barbizon Hotel è stato uno dei simboli di New York nel secolo scorso. Fu la casa di moltissime ragazze in cerca del loro personale sogno americano. Vi hanno alloggiato Grace Kelly, Liza Minelli, Rita Hayworth e molte altre che, come loro, sono diventate figure eterne. In questo luogo per sole donne ognuna riusciva a esprimere al massimo sé stessa. Per quasi sessant’anni ha visto nascere le stelle più brillanti della cultura moderna, ma non tutto quel luccica è oro.

Il Barbizon Hotel

All’angolo tra la 63th East e Lexington Avenue si vendono attualmente appartamenti di lusso. Il prezzo varia da uno a tredici milioni ma un tempo, quella stessa struttura oggi così esclusiva, affittava camere d’albergo per circa una cinquantina di dollari al mese. Si tratta del Barbizon Hotel, che per più di sessant’anni è stato casa, rifugio e a tratti prigione, di moltissime donne.

Il Barbizon non fu il primo hotel a ospitare esclusivamente donne, ma certamente è quello che ha fatto la storia. Le ragazze che vi vivevano avevano a disposizione una piscina, una palestra, una sala lettura e una di musica. Avevano libero accesso al rooftop garden, che sicuramente non era luogo esclusivo e di tendenza com’è oggi. Ma oltre a questo trovavano in hotel anche un parrucchiere, una lavanderia, una farmacia e un tè gratuito nel pomeriggio.

“Io non posso entrare”

Gli uomini erano severamente proibiti. Probabilmente è anche per questo che molte famiglie accettavano di mandare le proprie figlie da sole in una grande città come New York. Molte delle giovani che alloggiavano al Barbizon, infatti, provenivano da piccole città e negli anni Trenta una signorina che va in giro da sola non era ben vista.

Tuttavia, il fatto che alloggiassero al Barbizon Hotel, dove erano severamente controllate dallo staff, dove dovevano rispettare un codice d’abbigliamento e un coprifuoco notturno, rendeva le famiglie molto più serene. Inoltre, era richiesta una lettera di raccomandazione per poter accedere all’hotel. Per i genitori, quindi, si trattava di una sorta di grande collegio. Per le ragazze, invece, era la rampa di lancio verso il sogno di una vita migliore.

La casa delle bambole

Il Barbizon Hotel, grazie alle belle presenze che vi alloggiavano, si guadagnò il soprannome di Dollhouse. Ma nonostante ciò che apparentemente sembra un sogno al femminile, per molte ragazze la vita nella casa delle bambole fu difficile. Alcune, come la modella Celeste Gheen o la scrittrice Sylvia Plath hanno sofferto di crisi al limite della depressione.

Si parla di anni in cui la condizione delle donne era ancora molto precaria. Avevano ottenuto il diritto al voto, è vero, ma molti aspetti quotidiani ce ne hanno messo di tempo per cambiare. Al Barbizon, ad esempio, era severamente vietato rientrare dopo il calar del sole. Una cosa del genere avrebbe implicato immediatamente che la ragazza ritardataria altro non era che una prostituta.

Dopo la Grande Depressione, le poche donne impiegate venivano viste come “ladre” di lavoro che spettava agli uomini. E dopo il Proibizionismo in molti bar era severamente vietato alle donne entrare.

Il Barbizon, sotto questo punto di vista, si poneva un po’ a metà tra il vecchio e il nuovo. Aveva regole di buon costume rigide, è vero, ma allo stesso tempo offriva a tutte la possibilità della vita che più desideravano.

Ogni ragazza aveva la possibilità di fare carriera se lo voleva. L’hotel aveva accordi con aziende e istituti della città. C’era quindi un mutuo scambio: le aziende o le scuole facevano alloggiare le ragazze al Barbizon e in cambio il Barbizon forniva nominativi di giovani volenterose. Allo stesso modo, l’albergo garantiva a chi era in cerca di un buon partito, la presenza agli eventi mondani della buona società.

The Barbizon Hotel – The hotel that set women free

Un bellissimo libro per chiunque voglia approfondire la storia di questo storico edificio newyorkese è The Barbizon Hotel, the hotel that set women free, di Paulina Bren.

Il libro, in lingua inglese, scava nella vita di tutte coloro che ne hanno attraversato la hall. Si parla di Grace Kelly prima della notorietà e di quando ballò nuda tra le mura del Barbizon. Di Sylvia Plath, Joan Didion e persino di Nancy Reagan.

Ma soprattutto si parla della libertà che per molte giovani ha significato questo hotel e della lotta per la libertà delle donne del secolo scorso.