Percorriamo la storia dell’orologio da polso, come tutto ebbe inizio e cosa è cambiato. Un viaggio nel segnatempo che in realtà ha un origine piuttosto recente. L’uomo infatti era solito già indossare quello da tasca.
Tutto cambiò quando, nel 1904, l’inventore e pilota Alberto Santos-Dumont chiese al suo amico Louis Cartier, un orologio che fosse di più semplice e immediata lettura mentre pilotava i suoi aerei. Cartier, risolse il problema, realizzando per lui un orologio dotato di cinturino in cuoio, da indossare sul polso, evitandogli così di staccare le mani dalla cloche per conoscere l’orario.
Il secondo evento che fece diffondere il suo utilizzo e conseguentemente la vendita di massa, fu la Grande Guerra. In questa guerra, gli ufficiali ebbero in dotazione gli orologi da polso, che anche in questo caso risultarono più pratici in battaglia, consentendo così ai militari di avere le mani sempre libere.
Nel passare del tempo l’orologio ha avuto molti cambiamenti, non solo nel design ma soprattutto nella meccanica.
Fino al 1930 circa, gli orologi erano esclusivamente a carica manuale, vale a dire che venivano ricaricati girando la corona in senso orario. Questa operazione consentiva di caricare una molla interna al meccanismo, che srotolandosi muove le ruote delle lancette, consentendo così una marcia di circa 24-48 ore.
Viaggio nel segnatempo.
In questo viaggio nel segnatempo, intorno alla metà degli anni 30, entrarono in scena gli orologi a carica automatica, capaci di ricaricare la molla con il solo movimento del polso, essendo dotati di un rotore che, girando a 360° intorno a un perno, è in grado di agire sulla molla di ricarica stessa, garantendo una marcia ininterrotta. In questi anni, la supremazia dell’orologeria svizzera restava indiscussa, ma verso la fine degli anni 50, più precisamente nel 1957, con l’orologeria americana, in cerca di un segnatempo il più preciso possibile, entra in gioco l’elettronica, grazie alla quale l’azienda Hamilton, dà vita ai primi movimenti elettromeccanici, i quali con l’aiuto di una batteria erano in grado di far muovere il meccanismo senza molla di carica, assicurando così, una precisione mai vista.
Dopo 3 anni l’azienda americana Bulova risponde ad Hamilton con un’innovazione senza precedenti, costata ben 8 anni di ricerca: il movimento al diapason, il primo a non avere un bilanciere, organo del meccanismo deputato alla regolarità della marcia dei movimenti meccanici ed elettromeccanici, soprattutto il primo movimento elettronico capace di scandire il tempo generando un campo magnetico variabile che attrae e respinge i magneti stessi, facendo vibrare un diapason.
L’orologeria svizzera
L’orologeria svizzera subisce un grave colpo ma, in poco tempo, riesce a rimettersi in linea con i suoi competitori, sviluppando anche lei diversi movimenti elettromeccanici ed elettronici. Nel 1969 l’azienda Seiko però, lancia il primo orologio con movimento al quarzo, nel quale una batteria, collegata a un circuito elettronico, fa oscillare un cristallo di quarzo in grado di mantenere stabile l’oscillazione, scandendo il tempo.
Questa azienda giapponese riuscì così a sviluppare un movimento molto economico, di una precisione mai vista prima e quindi un orologio vendibile a basso prezzo, che chiaramente ebbe un successo senza eguali, garantendo la diffusione di massa degli orologi al quarzo. Ci volle molto, per le case d’orologeria svizzere, a rimettersi al passo con i tempi. Inoltre, molte di esse non ci riuscirono e dovettero chiudere o fondersi. Ancora adesso alcune aziende risentono di questa invenzione giapponese.
Oggi l’orologio non è più un oggetto indispensabile, dato che ci sono molteplici modi per conoscere l’orario.
Ma in questo viaggio nel segnatempo, l’orologio ha cambiato funzione, è diventato un accessorio molto amato, capace di farsi notare, distinguere e qualificare. Numerosi sono testimonial delle Maisons, attori, sportivi, piloti, esploratori. Negli ultimi anni le Maisons stanno adottando nuove strategie di marketing per restare al passo con le tendenze del momento.
Quest’anno una di queste tendenze, è stata collaborare con degli artisti. Hublot ad esempio ha lanciato il “Classic Fusion Chronograph Shepard Fairey”, un cronografo realizzato insieme all’artista, illustratore e fondatore, della nota azienda di abbigliamento Obey, Shepard Fairey.
Zenith invece, ha presentato una rivisitazione del suo storico cronografo chiamato “Defy el Primero 21 Felipe Pantone Edition”. Realizzato in collaborazione con l’artista contemporaneo Felipe Pantone, le quali opere sono fortemente caratterizzate dall’utilizzo di colori audaci e fluorescenti, elementi geometrici e un chiaro rimando all’Optical Art.
Un’altra scelta delle Case d’Orologeria è stata quella di riproporre in chiave moderna orologi ispirati alla propria storia. Longines propone il “The Longines Legend Diver Watch” un rifacimento dell’iconico subacqueo della fine degli anni 60, presentandolo però con colori di cassa e quadrante mai visti. Omega ci ripropone un orologio subacqueo, il “Seamaster 300”, un moderno restyling del primo orologio per immersioni, lanciato dalla casa svizzera nel 1957. Non si accontenta di cambiare soltanto i colori del quadrante, ma ne propone una versione con una cassa in Bronze Gold, una lega da loro appena brevettata.
Come è già noto orologi e sport sono sempre andati di pari passo, omaggiandosi a vicenda e anche quest’anno non è stato da meno, anzi.
Tag Heuer ha realizzato, insieme alla casa automobilistica Porsche, il “Carrera Porsche Special Edition”, un cronografo che celebra un’unione di due icone del design, della qualità e dell’innovazione.
Officine Panerai invece collabora con Luna Rossa Prada Pirelli, protagonista della trentaseiesima America’s Cup, proponendo ben tre orologi, due della serie Luminor, un Gmt chiamato “Luminor Luna Rossa GMT” e un cronografo ”Luminor Luna Rossa Chrono Flyback” e uno della serie Submersible, chiamato appunto “Submersible Luna Rossa”, tutti orologi indossati dall’equipaggio durante le regate di Auckland.
Ma non sono solo le collaborazioni a rendere grandi queste Maisons, anzi, è l’innovazione e le applicazioni dell’ingegneria orologistica a farlo. Jaeger-LeCoultre per celebrare i 90 anni dal suo famosissimo Reverso presenta “Hybris Mechanica Calibre 185” un orologio calendario perpetuo istantaneo, primo al mondo ad avere quattro lati di lettura, con 11 complicazioni e ben 12 brevetti, un connubio di tecnica e design da far perdere la testa.
IWC dopo 8 anni di studi, ricerca e programmazione, lancia il “Big Pilots Watch Shock Absorber Xpl”con una cassa in Ceratanium, una lega di sua invenzione, che presenta all’interno una molla a sbalzo, in grado di proteggere il movimento dalle forze G, capace di resistere ad accelerazioni e decelerazioni estreme, superiori a 30.000 G, misura impressionante, se pensiamo che un pilota nella propria cabina, è sottoposto ad accelerazioni comprese tra 300 e 1000 G. Capiamo così il vero e proprio capolavoro di ingegneria e meccanica.
Da notare che in questo viaggio nel segnatempo, così importante per design, innovazione e invenzione, questi sono tutti di Maisons svizzere e tutti meccanici. La rivalsa sugli orologi Made in Japan si è perfettamente compiuta.
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