Il mondo delle api è un mondo affascinante. Può incutere terrore, con il ronzio pesante che lo caratterizza quando sono tutte insieme. Purtroppo, non molte persone comprendono la fondamentale importanza di questi piccoli insetti per tutto il nostro eco sistema, da quello vegetale, a quello animale, fino al nostro, per quanto riguarda i prodotti della terra, ciò di cui ci alimentiamo e che mettiamo sulle nostre tavole.

La Giornata Mondiale delle Api è stata istituita proprio per questi importanti motivi, da pochi anni e con non pochi sforzi burocratici.

L’apicoltura esiste da tempi antichissimi: il miele e la cera sono materie prime utilizzate fin dalla preistoria. Una pittura rupestre di epoca neolitica della “cueva de la araña” (la grotta del ragno) che si trova vicino Valencia, in Spagna, risalente al 5000 a.C., mostra una persona appesa a delle liane che, circondata da api in volo, infila una mano in un tronco d’albero alla ricerca del favo pieno di miele.

Scene di raccolta e conservazione del miele sono raffigurate anche in un bassorilievo del tempio solare del sovrano della V dinastia Niuserra ad Abu Gurab, in Egitto, risalente al 2400 a.C., nel quale appare la prima rappresentazione nota di un alveare.

Anche nella cultura greca, già in epoca arcaica, l’apicoltura era un’attività di grande rilevanza economica. Ciò è testimoniato dal culto di Aristeo, che si riteneva avesse insegnato agli uomini l’apicoltura insieme alla pastorizia e alla produzione del formaggio.

Nell’Europa medievale particolare cura fu dedicata all’apicoltura da parte di vari ordini monastici, anche per la necessità di procurarsi la cera indispensabile per le candele usate nelle chiese e per la vendita, anche a scopo medicinale, del miele.

Nel basso medioevo appaiono anche trattazioni teoriche sull’argomento, come quella inclusa nell’opera di agronomia di Pietro de’ Crescenzi.

Il protettore degli apicoltori è sant’Ambrogio, che si festeggia il 7 Dicembre ed è patrono di Milano.

La sua storia d’amore con le api inizia durante la sua primissima infanzia. Si narra che Ambrogio neonato venne portato dalla balia in giardino. La donna aveva sistemato la culla poi era andata a prendere qualcosa in casa. In quel breve lasso di tempo, uno sciame di api aveva circondato il bambino che dormiva con la bocca aperta: le api avevano esplorato quella piccola cavità entrandone e uscendone indisturbate. Ambrogio aveva continuato a dormire ignaro. Il padre, sopraggiunto nel frattempo, ebbe un primo momento di panico e sbigottimento, ma poi ritenne quell’evento un fatto prodigioso e proibì alla balia di scacciare le api. Furono le api, spontaneamente, a volare via verso il cielo.

Questo episodio è raffigurato in un particolare nell’altare di Vuolvinio della Basilica di Sant’Ambrogio (una delle più antiche chiese di Milano) che raffigura il piccolo nella culla nutrito dalle api.

Ambrogio per tutta la vita amerà le api, le alleverà e offrirà il miele ai poveri.

Il WWF (acronimo, in inglese, di “World Wide Fund for Nature”, che tradotto in italiano significa “Fondo Mondiale per la Natura”), in occasione della Giornata della Terra ha scritto che

“senza insetti impollinatori le nostre tavole sarebbero vuote. L’impollinazione è uno dei servizi ecosistemici più importanti forniti dalla natura per l’alimentazione umana e per l’economia. Eppure, più del 40% delle specie di impollinatori invertebrati rischia di scomparire, a causa dell’utilizzo elevato di pesticidi e l’abbandono delle pratiche agricole tradizionali”.

Le api, dunque, non servo solo per fare il miele. 

Quasi il 90% delle piante selvatiche da fiore ha bisogno di impollinatori per riprodursi.

Il 20 dicembre 2017, dopo tre anni di sforzi a livello internazionale, gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno approvato all’unanimità la proposta della Slovenia, proclamando il 20 maggio la Giornata Mondiale delle Api, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le amministrazioni sull’importanza di questi insetti e dell’apicoltura.

La data è stata scelta in onore del pittore e allevatore sloveno Anton Janša (1734-1773), fondatore della moderna apicoltura. Nella sua casa aveva oltre cento arnie.

Janša fu anche il primo professore di apicoltura dell’impero austro-ungarico, e si trasferì alla corte imperiale. Teneva le api nel giardino Augarten a Vienna e qui dimostrò l’importanza e l’utilità di portare le api a pascolare sul grano saraceno, sia per la sua impollinazione, che per l’abbondante raccolta di nettare. Divenne ben presto famoso per le sue conferenze sul tema e scrisse due importanti libri: il Trattato sulla sciamatura delle api uscito nel 1771 e il Manuale completo di apicoltura, pubblicato postumo nel 1775. Tra le sue intuizioni, quella secondo cui i fuchi erano quelli che fecondavano la regina, sfatando l’errata convinzione diffusa al tempo che fossero invece portatori d’acqua dell’alveare. Divulgò massicciamente le scoperte di altri naturalisti contemporanei sulle api, tra i quali primeggiava l’italiano Giovanni Antonio Scopoli.

Quando morì, l’imperatrice Maria Teresa emanò un editto in cui obbligava tutti gli apicoltori a seguire le indicazioni contenute nelle sue opere.

Janša non perse mai la passione per la pittura: le sue bellissime arnie dipinte sono tuttora visitabili e ben conservate grazie alle cure della Società apistica slovena.

Nel 1884 la Società di frutticoltura e apicoltura slovena appose una targa commemorativa alla sua casa natale. A lui sono dedicati il Museo dell’apicoltura di Radovljica e un centro studi sull’apicoltura nella valle di Završnica.

“Le api sono un tipo di mosche, create da Dio perché con la loro diligenza e il loro instancabile lavoro provvedano alle esigenze dell’uomo di prodotti insostituibili come il miele e la cera. Tra tutte le creature del Signore, non ce n’è altra che sia allo stesso tempo utile, docile, e poco esigente, com’è l’ape”. 

(Anton Janša, Manuale completo di apicoltura, 1775)

Dai primi giorni di Maggio, in tutta Europa, Slow Food ha dato il via alla campagna di sensibilizzazione  “Flower Bomb Challenge”, un’iniziativa rivolta a tutti che, attraverso il passaparola soprattutto attraverso i social (hashtag #FlowerBombChallenge), spinge a costruire dei mix di semi di fiori selvatici, argilla e terra (le “bombe di fiori”, appunto) da lasciare un po’ ovunque: in giardino, in campagna, nei parchi, purché ci sia del terreno ad accoglierle e farle crescere.

L’associazione Slow Food si è anche fatta promotrice dell’iniziativa Salviamo le api e gli agricoltori (hashtag #SaveBeesandFarmers), che consente di adottare un alveare o un’ape regina per cercare di salvare le api dall’estinzione ricevendo il loro miele direttamente a casa.

Questa Iniziativa dei Cittadini Europei (detta anche ICE) invita la Commissione europea a presentare proposte di legge per:
  1. eliminare gradualmente i pesticidi sintetici entro il 2035;
  2. ripristinare gli ecosistemi naturali nelle aree agricole in modo che l’agricoltura diventi un vettore di recupero della biodiversità;
  3. sostenere gli agricoltori nella transizione: riformare l’agricoltura dando priorità all’agricoltura su piccola scala, diversificata e sostenibile, favorendo il rapido aumento delle pratiche agroecologiche e biologiche, promuovendo una formazione e una ricerca indipendenti in materia di pesticidi e di agricoltura senza Ogm, che mettano al centro le esigenze dei contadini.

Con l’ICE “Salviamo le api e gli agricoltori”, se saranno raccolte almeno un milione di firme, la Commissione e il Parlamento europei saranno obbligati a rispondere a queste tre importanti richieste.

Per firmare: https://www.slowfood.it/salviamo-api-agricoltorii/ .

Interessante e semplice da attuare anche la proposta tecnologica della startup 3Beepermette di adottare un’arnia direttamente dalla loro piattaforma online, scegliendo la tipologia di miele che si vuol ricevere a casa e con la possibilità di monitorare, a distanza, il proprio alveare (Adotta un alveare (3bee.com) ).

Il sito web ufficiale della Giornata Mondiale delle Api è www.worldbeeday.org .

Qui si trovano, in diverse lingue, alcuni consigli utili a grandi e piccini per contribuire alla conservazione delle api e di altri impollinatori:
  • Pianta fiori contenenti nettare per scopi decorativi su balconi, terrazze e giardini.
  • Acquista miele dal tuo apicoltore locale più vicino.
  • Aumenta la consapevolezza tra i bambini e gli adolescenti sull’importanza delle api ed esprimi il tuo sostegno agli apicoltori.
  • Preserva i vecchi prati – che presentano una gamma più diversificata di fiori – e semina piante contenenti nettare.
  • Taglia l’erba dei prati solo dopo che le piante hanno finito di fiorire.
  • Offri luoghi di coltivazione adeguati per l’insediamento temporaneo o permanente delle api in modo che abbiano pascoli adeguati; impollineranno le piante, che daranno così più frutti.
  • Utilizza pesticidi che non danneggino le api e spruzzali in condizioni meteorologiche prive di vento, sia la mattina presto che a tarda notte, quando le api si ritirano dai fiori.
  • Per i bambini scarica su tablet o cellulare delle app educative inerenti il mondo delle api come Beeday o AR Bee World o acquista dei libri illustrati o interattivi (ce ne sono tantissimi!).
Alla fine di questo articolo e per celebrare realmente la Giornata Mondiale delle Api, ci auguriamo di poter:
  • cambiare il nostro stile di vita, anche di poco, a favore delle api;
  • informarci sempre di più, anche attraverso libri e giochi, sull’importanza di questi insetti;
  • acquistare miele dall’apicoltore locale più vicino a noi;
  • creare e lanciare una “bomba di fiori”;
  • firmare l’iniziativa europea “Salviamole api e gli agricoltori”;
  • adottare un alveare e seguire la sua attività online;
  • programmare magari un viaggio naturalistico in Slovenia, il Paese europeo più ricco di alveari: qui ci sono circa 10 mila apicoltori, uno ogni duecento abitanti, la media più alta in tutto il continente!

Infine, non posso non citare un breve, ma suggestivo passo letterario che riguarda le api:

“Non sapevo cosa fosse un glomere, così un giorno te l’ho chiesto.

«E’ una palla di api che assomiglia un po’ a un cuore» mi hai risposto.

«Nel mezzo c’è la regina e tutto intorno un manipolo di api che, pompando con l’addome, la tengono al caldo. Per rimanere fertile la regina deve vivere a una temperatura fissa di 37 gradi e il glomere serve proprio a questo».

… Avrei voluto essere il tuo glomere, ma non sapevo come fare”.

(Susanna Tamaro, “Una grande storia d’amore”, capitolo 23 – Il dono delle api)

Buona Giornata Mondiale delle Api a tutti, e alla nostra Terra in particolare!

Tutte le immagini di apicoltura e delle api di questo articolo sono state gentilmente concesse dall’azienda agricola Chiara Cerati.