Katherine Graham, molti prima dell’avvento nelle sale cinematografiche del film interpretato da Meryl Streep e Tom Hanks, The Post, non sapevano neanche chi fosse e che ruolo decisivo avesse giocato, suo malgrado, nell’emancipazione femminile nel mondo della stampa. Ora la sua storia è nota a tutti e merita ancora una volta di essere raccontata.
Il privilegio della nascita
Katherine Meyer nasce nel 1916 in una famiglia importante e di successo. Il padre, Eugene Meyer, ricopre diversi ruoli chiave nell’ambito finanziario americano, oltre a diventare il nuovo proprietario del Washington Post, messo all’asta per bancarotta dovuta alla Depressione del 1929. Katherine è la classica ragazza dell’upper class americana della prima metà del Novecento. Il suo ruolo nella vita è già definito: studiare, fare qualche esperienza lavorativa per poi sposarsi e dedicarsi completamente e definitivamente a marito e figli.
Un destino già scritto
In effetti le cose paiono andare così e Mrs Graham ne è consapevole e non se ne sottrae. “A quel tempo, naturalmente, l’unico erede possibile sarebbe stato un maschio”, scrive lei stessa nella sua biografia Storia personale, con la quale vince il premio Pulitzer nel 1998. Infatti il padre quando decide di lasciare la conduzione del giornale nel 1946 passa il testimone al genero, Philip Graham. Katherine non viene nemmeno presa in considerazione nonostante si possa presumere abbia le carte in regola per nascita e per professione – Katherine è giornalista. A lei non rimane che il ruolo di moglie e madre di quattro figli.
Ma lo stesso destino aveva in serbo anche dell’altro
La vita però spesso gioca degli strani scherzi. Nel 1963 Philip Graham viene trovato morto suicida. Il Washington Post ha bisogno di una nuova guida. Per Mrs Graham la scelta non è affatto semplice: in una società maschile e maschilista, e il mondo editoriale non è da meno, la decisione più lineare sarebbe quella di vendere e farsi da parte. Nonostante tutto e tutti Katherine Graham fa il contrario, ritrovandosi a essere l’unica donna presente durante le riunioni del consiglio di amministrazione o alle riunioni editoriali, ricoprendo un ruolo di assoluto primo piano in ogni incontro. Nella sua biografia lei stessa ricorda il profondo imbarazzo provato in quelle occasioni, le occhiate perplesse e la sua paura di non essere all’altezza e soprattutto di non essere presa sul serio.
Il giornalismo cambia marcia
Ma Mrs Graham ha la stoffa e la grinta giusta. Prova ne sono le decisioni che a mano a mano prende, tutte a favore di una stampa libera e forte nel tenere fede al primo emendamento, la libertà di stampa, che con lei forse ha raggiunto il suo apice. Due sono le inchieste che porteranno il Washington Post a essere considerato alla stregua del ben più blasonato New York Times, entrando così di diritto nel gotha della stampa americana: il Pentagon Papers e lo scandalo Watergate. Quest’ultimo porterà alle dimissioni dello stesso presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon. Sempre in Storia personale, Mrs Graham ricorda come il direttore del suo giornale Ben Bradlee, trovandosi finalmente in mano tutta la documentazione dei Pentagon Papers, si sentiva impotente, perché la decisione ultima di stampare era dell’editore. Katherine Graham, nonostante la paura e la preoccupazione, diede ordine di andare avanti.
Una grande editrice
Dalla sua discesa in campo il gruppo del Washington Post non ha fatto altro che crescere. Oltre al quotidiano fanno parte della compagnia la rivista Newsweek e una serie di emittenti televisive e radiofoniche. Con Mrs Graham la stampa ha fatto enormi passi avanti nel suo mantenere fede al concetto cardine di ogni democrazia: libertà di pensiero, parola e stampa. Ma soprattutto Mrs Graham ha dimostrato ancora una volta che le donne sono in grado di arrivare dove vogliono e che lo status in cui nascono non deve per forza essere vincolante a vita. Katherine Graham è rimasta al timone del Washington Post sino all’età di 80 anni, aggiungendo così un nuovo tassello alla battaglia per l’emancipazione femminile e dando nuova forza e potenza al mondo della stampa.
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