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Aldo Masella, direttore della Scuola di Teatro e Danza del Teatro Carcano di Milano. Ma non solo, anche danzatore, docente universitario, regista, giornalista e gentiluomo d’altri tempi. Ma è possibile che un solo uomo possa calarsi in tutti questi ruoli al meglio? La risposta è sì, perché la passione e la tenacia sono il motore del mondo e il dottor Masella lo sa molto bene. 
Dottor Aldo Masella se dovessimo fare un sunto della sua biografia non ci basterebbe un intero giornale. Ma ci proviamo ugualmente e dunque chi è Aldo Masella? Qual è la sua storia?

Da giovanissimo, quindici anni, entrai a far parte di un gruppetto che era solito frequentare i luoghi di spettacolo (posti di loggione), nelle occasioni in cui apparivano in cartellone celebrati comici. Capitava anche che le compagne di classe sollecitassero la nostra presenza perché le applaudissimo in occasione dell’annuale saggio di danza.

Quest’ultimo era la forma di spettacolo che amavo di più, oltre ad amare una mia coetanea. Lei era solita parlarmi di plié, pas de bourrée, grand battements, chassé. Queste pose richiamavano quelle di rinomate artiste quali Jia Ruskaja, Nives Poli, Maria Solferini, Cia Fornaroli.

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L’affascinante linguaggio usato da quelle giovani sacerdotesse di Tersicore, mi intrigava sempre di più e decisi, pertanto, di studiare danza.

Fui ammesso in una celebrata scuola e nel giro di un biennio maturai quel minimo richiesto dalla scuola del Teatro San Carlo di Napoli diretta da Bianca Gallizia. La licenza liceale mi permise poi l’iscrizione all’Accademia d’Arte Drammatica, incoraggiato dal successo di due carissimi amici, Bruno Cirino e Mariano Rigillo.

A Roma incontrai, dopo qualche tempo, Ettore Giannini, regista e docente di teatro, all’epoca impegnato nell’organizzazione dello spettacolo Carosello Napoletano.

La mia origine partenopea mi consentì di superare, col vivo consenso della commissione, la lettura di un breve testo dialettale. Gli studi coreutici mi procurarono il favorevole parere del coreografo dello spettacolo Ugo Dell’Ara. Il contratto prevedeva il ruolo di attore e danzatore.

Carosello Napoletano, divenuto qualche anno dopo un acclamato film, registrò un grande successo, non solo in Italia, ma anche in Brasile, Uruguay e Argentina.

La meravigliosa avventura si concluse con il rientro della troupe a Milano, dove, grazie a Ugo Dell’Ara, maître de ballet, entrai a far parte del corpo di ballo del Teatro alla Scala. Fu una straordinaria esperienza che mi portò a incontrare coreografi come Léonide Massine, George Balanchine e Serge Lifar. Inoltre collaborai con lo stesso Dell’Ara e Mario Porcile alla nascita del Festival Internazionale del Balletto di Nervi.

L’attenzione con la quale seguivo il lavoro dei numerosi registi, sollecitò in me un vivace interesse. Venni a conoscenza della disponibilità del ruolo di aiuto regista al Teatro San Carlo di Napoli. Mi affrettai a rientrare nella mia città, dove superai favorevolmente le prove previste.

In quel periodo si concretizzò un’altra mia aspirazione, coltivata nel periodo scaligero come collaboratore della rivista Il Cigno diretta da Ugo Dell’Ara. Sfogliando la collezione dei quotidiani nell’ufficio stampa del San Carlo, notai che il giornale Il Tempo di Roma aveva inserita una pagina di cronaca napoletana.

Chiesi e ottenni di incontrare il dottore Arturo Assante, direttore della redazione locale, al quale mostrai quanto avevo scritto per la rivista Il Cigno, guadagnandomi la sua approvazione per una costante collaborazione.

Il mio ruolo di aiuto regista al San Carlo, ormai al secondo anno di attività, ebbe un’impennata. Si trasformò in quello di regista titolare per lo spettacolo Cavalleria Rusticana. Fu un successo, trasformato da Pasquale Di Costanzo, soprintendente del Teatro San Carlo, in un contratto per due regie all’anno con il nuovo incarico di regista stabile.

L’evento, riportato dai giornali, mi rese destinatario della nomina di docente di Arte Scenica al Conservatorio di Musica Lorenzo Perosi di Campobasso e di offerte di regie in vari teatri.

All’Arena di Verona, dove, proposto da Sandro Bolchi, mi attendeva la regia di Aida, conobbi una splendida danzatrice che divenne in breve mia moglie.

Lasciai Napoli per Milano, grazie anche all’opportunità di entrare a far parte quale docente del Conservatorio Giuseppe Verdi.

Nel frattempo avevo dato alla stampa una Storia della Danza, che conta a tutt’oggi quattro edizioni, oltre a collaborare, come opinionista, con la rivista Tuttodanza, diretta da Carlo Pesta.

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Nacque però anche una scuola, il Centro Studi Coreografici, ospite da circa trent’anni nello storico edificio in cui ebbe i natali il Teatro Carcano.

Aldo Masella: danzatore, regista, giornalista, scrittore, direttore, docente universitario. A molti non basterebbe una vita intera. Una vita così piena ha un rovescio della medaglia?

Sì, ed è stata la perdita di Micaela, una delle nostre due figlie, che ha pagato con la vita i dissapori intervenuti tra suo marito e lei. Quella triste circostanza ci ha regalato due splendide nipotine che vivono con noi.

Che cosa significa essere il direttore della Scuola di Teatro e Danza del Teatro Carcano di Milano?

Dirigere la Scuola di danza e di teatro è stato il naturale sbocco che attendeva mia moglie e me. L’impegno si rivelò subito di grande responsabilità, ma siamo stati ripagati dalla presenza di numerosi nostri allievi in prestigiose compagnie.

Settimana prossima la seconda e ultima parte dell’intervista. Stay tuned!