La nascita del movimento della salute della donna ha permesso la scoperta di discriminazioni di genere nella medicina moderna.

Nel corso dei secoli, le società occidentali non hanno permesso alle donne di far parte formalmente della comunità scientifica, soprattutto per quanto riguarda la medicina. In effetti, alle donne non era consentito studiare formalmente medicina, né erano considerate una materia di studio rilevante. A partire dall’Illuminismo, la scienza ha sviluppato punti di vista neutrali e promettenti. Tuttavia, l’obiettività e l’universalità di cui la scienza occidentale si vanta non sono effettivamente neutre.

Le informazioni passano spesso tramite un filtro socioculturale che può creare distorsioni. Infatti, le disuguaglianze di genere hanno caratterizzato le istituzioni scientifiche e, di conseguenza, possono minare il diritto della salute degli individui, le donne in particolare.

I sistemi sanitari sono un’istituzione sociale profondamente influenzata dal concetto di genere sotto diversi punti di vista. Le norme di genere riguardano sia uomini che donne come destinatari e fornitori di assistenza sanitaria. Questo fenomeno si è perpetuato nel corso dei secoli, tuttavia, nel XX secolo, le cose hanno iniziato a cambiare soprattutto grazie all’affermazione del movimento per la salute delle donne (Women’s Health movement).

Determinismo biologico

Negli anni ’60 il movimento iniziò a cambiare il concetto di medicina moderna. L’ascesa avvenne grazie al forte malcontento maturato da un gruppo di donne negli Stati Uniti, ma la lotta fu condivisa anche in Europa. La priorità del movimento per la salute delle donne riguardava principalmente la legalizzazione dell’aborto, il suo stigma e la contraccezione sicura. Ma la loro lotta comprendeva anche altre sfide. Una di queste era contrastare il determinismo biologico.

Le femministe hanno “usato” la biologia per rianalizzare i loro corpi da un punto di vista femminista trasformando la presunzione di inferiorità biologica dell’establishment medico-scientifico, che aveva conseguenze dannose per le donne. Infatti, nel XIX secolo, i professionisti della medicina rafforzavano il paradigma patriarcale per mantenere lo status delle donne inferiore a quello degli uomini, utilizzando le prove mediche e la legge evolutiva per dimostrare il ruolo “corretto” delle donne.

Così, il movimento per la salute delle donne ha richiamato l’attenzione sulle discriminazioni che le donne subiscono in ambito medico, tra cui diagnosi errate, farmaci non necessari, sovradosaggi, interventi chirurgici non necessari e trattamenti dannosi, ridefinendo il concetto di genere e discriminazione di genere.  L’identificazioni e l’eliminazione di queste distorsioni permette di raggiungere l’effettivo diritto alla salute degli individui.