È stato scelto questo come titolo per il recente adattamento cinematografico del romanzo epistolare giovanile di Jane Austen, Lady Susan. Il titolo in inglese è  invece Love and Friendship (emendato dall’inversione delle vocali tipico della grafia di Jane Austen che scriveva: Love and Freindship) che in realtà è un racconto giovanile della scrittrice, ma che per sillogismo è diventato, tradotto in italiano, Amore e inganni rimandando così per metà a un’opera contenuta negli Juvenilia e per metà alla natura intrigante della protagonista.

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Un’operazione un po’ tortuosa che però non disturba più di tanto. Lo stesso può dirsi per le numerose citazioni tratte dalle Sacre Scritture che ricorrono spesso nella sceneggiatura, inserti assolutamente esterni al testo scritto originale, ma funzionali alla chiave umoristica data al lavoro. Sentire che Lady Susan con la sua specchiata moralità, cita la saggezza di Re Salomone che propose di sanare la contesa del figlio tra due donne tagliando a metà il bambino, la dice lunga sulla sensibilità e probità della gentildonna.

Gli intrighi della perfida Lady Susan sono smorzati dall’aspetto caricaturale dei personaggi che popolano la sua cerchia di conoscenze e che creano situazioni esilaranti e divertenti. Come frecce spuntate, le manovre matrimoniali della bella vedova finiscono per annullare il loro effetto più devastante e innescano una serie di piani sventati ed esiti drammatici appena sfiorati. Da madre premurosa quale è, Lady Susan vorrebbe infatti che sua figlia Frederica sposasse sir. James Martin, molto più grande e anziano ma benestante, e sistemasse così entrambe. Ma Frederica si dimostra ostinata e gli zii paterni sono così invadenti da appoggiarla. Mr. De Courcy ha anche il cattivo gusto di non invaghirsi perdutamente di lei ma anzi di mostrare una certa simpatia per Frederica, più vicina d’età.

Il pretendente sir James è una macchietta che getta brio su tutte le scene a cui partecipa con le sue uscite e le sue prove di intelligenza rara; non sono da meno sir Reginald De Courcy (padre) duro d’udito -quando vuole- e Mrs Johnson, a motivo del suo peculiare menage matrimoniale con Mr Johnson, oggetto di benaugurale stima da parte di Lady Susan che si vede contrastata dai divieti dell’uomo nel coltivare  la sua amicizia con la moglie:

Mia cara Alicia, che errore hai fatto a sposare un Uomo della sua età! – vecchio abbastanza per essere compassato, ingovernabile e per avere la Gotta – troppo vecchio per piacere, troppo giovane per morire.

Si è già detto della peculiarità di questa opera giovanile che nella forma appunto risente dell’influsso settecentesco e che nella scelta della protagonista “cattiva” si distingue per la sua originalità, per la freschezza e la straordinaria padronanza della penna che a diciannove anni francamente stupisce e conquista con un fascino senza tempo.

Non era facile tradurre la forma epistolare, che invece ben serviva a mostrare la doppiezza della protagonista e il suo incredibile trasformismo, e dimostra per l’ennesima volta l’estrema versatilità della produzione austeniana sul versante cinematografico.

Attori, scenografia e costumi del film sono perfetti e tutto considerato, anche la sceneggiatura che, pur con aggiustamenti e naturalmente con la precisazione che è “liberamente tratto” dall’opera minore di Jane Austen, risulta gradevole e divertente.

Credo possa dirsi ragionevolmente rispettato lo stile di Jane Austen e soprattutto il suo wit inconfondibile, con una strizzatina d’occhio ai pezzi teatrali di Oscar Wilde.