Non c’è niente lì fuori che possa colmare il vuoto che ti separa da te stesso

La distanza da sé.

Esiste uno spazio piccolissimo ma allo stesso tempo così difficile da colmare. Una distanza di soli pochi centimetri, quella che passa dalla testa al cuore, ma che racchiude un’infinità di tesori e segreti preziosi da tempo celati all’interno di ognuno di noi. Questa distanza è tutto ciò che ti separa da te stesso, dal tuo vero te stesso, quello che continui a cercare ancora là fuori nel mondo, tentando di mendicare approvazione, gratificazione e sicurezza, ma non c’è nulla che possa arrivare dall’esterno a colmare questa lacuna, solamente tu lo puoi fare, tu e nessun altro per te. Per il tuo benessere.

Avere tutto, ma non sé stessi.

Gli esempi di questa evidenza li abbiamo sotto gli occhi ogni giorno. La storia più o meno recente pullula di persone che nella vita, hanno avuto tutto ciò che un essere umano possa desiderare a livello materiale, ricchezza, fama, successo, abbondanza di ogni bene di consumo, hanno avuto tutto e anche oltre, eppure hanno concluso la loro esistenza miseramente, soli, spesso stroncati da overdose letali di droga, da suicidi e da crisi depressive sconvolgenti.

Perché? Ci chiediamo, come è possibile che persone che hanno tutto ciò che si possa desiderare, non riescano non solo ad essere felici, ma abbiano bisogno di stupefacenti per vivere e quasi sempre scendono in spirali di autodistruzione infernale, dalle quali non riescono ad uscirne vivi? La risposta, non è così semplice a prima vista, per una persona che ha sempre delegato il proprio stato emotivo all’esterno, agli eventi del mondo, ma chi sa guardare un po ‘ oltre, non può fare a meno di notare che queste star, queste persone di successo, hanno tutto meno che loro stessi, e non avere se stessi è l’evento più drammatico che un essere umano possa sperimentare durante questa vita.

Mendicanti seduti su uno scrigno d’oro

Tutte le  problematiche che ci troviamo a dovere affrontare su questo piano di esistenza, hanno sfaccettature e sfumature molto dissimili, ma medesima origine, ovvero distanza, disconnessione, separazione dal proprio vero Io, dal proprio centro di equilibrio interiore, dallo scrigno colmo d’oro su cui trascorriamo tutta la vita mentre tentiamo di elemosinare felicità dal Mondo, senza renderci mai conto dell’enorme ammontare di ricchezza di cui siamo già in possesso e di cui nessuno potrà mai farci omaggio.

Non puoi acquisire qualcosa che già sei

Le cose vanno bene e sono felice, le cose vanno male e mi abbatto. Fintanto che il mio stato d’animo dipende totalmente dall’esterno sono un burattino alla mercè del destino, degli altri e del caso. Se qualcuno mi dà un tozzo di pane sono felice perché ceno, se qualcuno si rifiuta di darmelo sono triste perché dovrò digiunare. Così, anno dopo anno, incarnazione dopo incarnazione, finché non inizierò a rivolgere la mia attenzione verso me stesso, verso il centro di me stesso, quel punto che, nonostante i costanti mutamenti dell’esistenza fenomenica, riesce a mantenersi centrato ed in equilibrio, nonostante tutto e tutti. Quel luogo non può essere acquisito dall’esterno, non c’è nessuna ricchezza materiale che possa aiutarti a raggiungerlo, proprio perché è già presente dentro di te, rappresenta già ora la tua dimora interiore, devi solo riscoprirlo e ricordartene.

Le catene della materia

Questa presa di coscienza non deve essere interpretata come ascetismo o rifiuto della materia, anzi, lavita materiale è un mezzo imprescindibile di cui doversi prendere cura, esso dev’essere plasmato in modo che ci sia di supporto e non di ostacolo. E’ inutile parlare di meditazione se non ho nulla da mangiare, poiché le necessità di sopravvivenza prevarranno ovviamente su quelle spirituali, ma ora, al giorno d’oggi viviamo nella situazione diametralmente opposta. 

Siamo schiavi della materia, siamo totalmente preda dell’illusione di questa realtà fenomenica, tentiamo di riempirci di oggetti di consumo, rapporti personali, distrazioni, dipendenze, nel tentativo di placare quella recondita angoscia interiore, quella consapevolezza viscerale che tutto ciò che crediamo di essere (corpo, mente, curriculum, status sociale) e a cui dedichiamo la quasi totalità del nostro tempo e delle nostre energie, è un investimento in negativo, è un vuoto a perdere, ed è destinato a finire, lo dovremo un giorno lasciare qui, un giorno non esisterà più, si smarrirà nelle pieghe del tempo.

Il coraggio di diventare sé stessi

Il consiglio che posso darti è quello di fermarti e guardare in faccia le tue angosce, finendola di mettere in atto vani e inutili tentativi di distrazione, acquisendo il coraggio di riconnetterti con ciò che non ha inizio e non ha fine, è qui, ovunque ed in nessun luogo, ciò che è stato, è e sarà per sempre: è tutto già dentro di te, ora, un immenso tesoro che giace da tempo immemore negli abissi del tuo essere  e non attende altro che di essere riportato a galla.