La storia dell’olio di oliva ha origini antichissime e si intreccia con la mitologia.

Tramite scavi e ricerche archeologiche, possiamo far risalire la diffusione della pianta dell’olivo intorno ai 10.000 – 8.000 anni prima della nascita di Cristo, nel periodo mesolitico. L’albero di olivo ha origini antichissime ma passarono millenni prima che il suo frutto venisse usato per produrre l’olio di oliva.

Questa pianta fu coltivata in Asia Minore, nella zona compresa tra Palestina, Libano e Egitto superiore.

Commerciata dai Greci

Questa pianta fu commerciata dai Greci nel bacino chiuso del Mediterraneo. In Italia ha trovato ottime condizioni per crescere e diffondersi. Non è facile datare i primi spremitori di olive. L’olio è stato ritrovato in tracce in anfore romane e greche, risalenti al a. C.

Chi ha addomesticato la pianta dell’olivo selvatico per fini commerciali non è facile stabilirlo. C’è chi attribuisce questo ai Greci, chi agli Etruschi, chi ai Siriani.

Storia e mitologia si intrecciano

L’olio era considerato sacro da Atena. Agli atleti che partecipavano alle feste in suo onore venivano donate olive e olio. Erano raffigurate spesso foglie e piante di ulivo nella ceramica romana e greca.

In Italia furono gli Etruschi a introdurre l’uso dell’olio di oliva.

Gli Etruschi, in particolare nella valle del Tevere, introdussero l’uso dell’olio di oliva a scopo cosmetico e alimentare. All’inizio era un prodotto riservato all’aristocrazia. L’olio si diffuse poi tra le popolazioni romane. I romani iniziarono a coltivare gli ulivi e a spremere l’olio.

I primi trattati di agronomia romana

Al III secolo a. C. risalgono i primi trattati di agronomia romana, in cui si racconta della coltivazione e della lavorazione delle olive. Nel 160 a. C. Marco Porcio Catone indica il tipo di olive e il metodo di raccolta per ottenere del buon olio.

I soldati romani diffondono la coltura degli olivi

Con la nascita e l’espansione dell’Impero Romano, dal I secolo a. C. fino al V d. C., i soldati romani conquistarono il mediterraneo e diffusero la coltura degli ulivi. L’olio venne utilizzato non solo per fini alimentari, ma anche come lubrificante meccanico per l’illuminazione, come cosmetico.

Dal V secolo fino al Medioevo la produzione diminuisce

In questi secoli si spremono soprattutto olive locali e per uso domestico. Dopo l’anno millesimo ha in Puglia una ricchissima coltura di ulivi.

Dopo il 1300 aumenta la produzione dell’olio.

Dal Sud Italia si diffondono uliveti anche nel centro Italia e al nord.

Crisi produttiva dell’olio verso la fine dell’800

Le variazioni climatiche nel bacino del mediterraneo, portano gelate mal sopportate dagli uliveti.

Negli ultimi anni si è puntato a una produzione controllata e certificata. Si è cercato di ampliare la produzione di olio extravergine spremuto a freddo. Il ciclo di spremitura e lavorazione è a basse temperature. Questo preserva le ottime qualità nutrizionali dell’olio di oliva.

L’olio di oliva è uno dei grassi buoni

L’olio è ricco di acidi grassi, monoinsaturi, vitamina E, polifenoli. L’olio di oliva è una miniera di salute. Contribuisce all’accrescimento corporeo, al processo di mielizzazione del cervello e alla formazione delle ossa. Nell’età adulta è efficace nella prevenzione dei disturbi delle arterie e del cuore.

L’olio di oliva abbassa il livello di colesterolo nel sangue.

Ha una funzione di antinvecchiamento per la pelle e per le ossa.

L’olio di oliva è ricco di vitamina E, che aiuta a mantenere la pelle luminosa, e protegge da decalcificazione, osteoporosi e fratture.

Rappresenta il condimento principe di una sana alimentazione, non ci resta dunque che utilizzarlo e trarne tutti i benefici dovuti al suo consumo.