Manuela Fragale è impegnata da diversi anni come corrispondente dall’Italia per testate giornalistiche destinate alle comunità italiane residenti all’estero. Secondo appuntamento con la rubrica Women Supporting Women.

Manuela Fragale. Sono nata a Cosenza, ho studiato nella mia terra fino al conseguimento della laurea in Scienze Economiche e Sociali a indirizzo economico, con tesi in Marketing sulla Comunicazione d’impresa. 

Il mio percorso professionale comincia a Napoli. Nel gennaio del 2001, da vincitrice di borsa di studio per un corso di alta formazione post lauream in Giornalismo Economico, entro nella redazione di una importante testata partenopea. Mi attendono mesi fondamentali tra formazione in aula, prove pratiche e il project work “Un Marketing per l’Euro” con inchieste sull’imminente introduzione della nuova valuta. 

Dopo qualche anno e diverse collaborazioni in Italia, all’insegna del costante senso di precarietà, mi ritrovo al bivio: Manuela, parti o rimani? 

Partire e abbandonare tutto, gli affetti in primis, per andare dove, poi? Potrei puntare un dito sul mappamondo che gira velocemente e affidarmi al caso oppure scegliere luoghi attraenti che promettonointeressanti sfide. Una serie di circostanze mi trattiene, un’idea inaspettata fa capolino: rimango nella mia terra e scrivo per chi è partito.

Quanta gente è partita dalla mia Calabria! I miei nonni ricordano parenti divenuti ormai soltanto eco di nomi, persone andate via in cerca di fortuna e mai tornate, rimaste per sempre in Belgio, in Sud Africa, negli Stati Uniti, in Canada. Mia madre racconta la sua esperienzalavorativa in un ufficio postale e rammenta l’arrivo di pacchi di mate dall’Argentina e la partenza di pacchi di origano da un piccolo borgo calabrese: tanto bastava, oltre a qualche lettera, per mantenere i legami familiari.

Alcuni miei amici sono nati in Germania, primogeniti di coppie partite all’indomani delle nozze per guadagnarsi da vivere; altri sono cresciuti in bilico tra le frontiere; altri ancora sono rimasti in Calabria con i nonni mentre i genitori lavoravano all’estero, in Svizzera soprattutto; alcuni espatriano ancora adesso, “cervelli in fuga”. 

Il mio obiettivo è descrivere le diverse sfaccettature della mia terra a quanti, emigrati o discendenti di emigrati, la conoscono poco o ne hanno ascoltato nostalgiche narrazioni. Mi preme soprattutto superare la visione stereotipata e cristallizzata dei luoghi d’origine.  

Senza indugio, invio email e curriculum a diverse testate giornalistiche destinate alle comunità italianeall’estero. 

Nel 2006, il mio esordio oltre le Colonne d’Ercole, su pagine brasiliane. Di seguito inanello pubblicazioni in Europa, su pagine tedesche. Poi, ancora oltre oceano, su pagine argentine e peruviane. Mi trattengo per anni in una dimensione gratificante: pur rimanendo nella mia terra, riesco a raggiungere i lettori italiani e italodiscendenti in Argentina e Perù. L’America latina è nel mio destino, evidentemente: da ragazzina ero irresistibilmente attratta dalla pagina dell’atlante che ne riproduceva forme e peculiarità.   

L’attività internazionale mi riserva piacevoli sorprese: due importanti premi e la prestigiosa Medaglia del Senato della Repubblica, consegnatami nell’ambito della Rassegna Galarte nella città nella quale risiedo.Posso dirmi soddisfatta, ma posso e voglio fare di più. Se all’inizio avevo preferito non puntare il dito sul mappamondo, è giunto il momento di prendere davvero in considerazione quel mappamondo e puntare tutto su una collaborazione giornalistica che mi consenta di superare tutte le frontiere. È così che nel 2021 esordisco in firma sulle pagine di ITAline, la rivista dell’Associazione per l’Italia nel Mondo, con lettori in tutti i continenti. 

Sempre più spesso, visitando i borghi, passando tra case disabitate e piazze dedicate agli emigrati, penso ai miei lettori e ai luoghi da loro abbandonatifisicamente ma portati emotivamente con sé altrove. Per questo, oltre a portare avanti collaborazioni nei settori del Giornalismo e del Marketing&Comunicazione, propongo servizi di scrittura di contenuti destinati agli emigrati che vogliono fissare nero su bianco sia i racconti degli antenati sia le emozioni del proprio viaggio di ritorno.