A volte nella vita è il racconto che Luca Stel fa della sua rinascita. Un esempio di forza e di lavoro su sé stessi che non ha eguali. Scopriamo perché.

A volte nella vita. Quella notte. Pioveva moltissimo, ho perso il controllo del mezzo. Si è spenta la luce.

Si riaccenderà 3 mesi dopo, non direttamente ed in toto, ci vorràtempo. Il mondo intanto si è mosso, anche senza di me.

Ricordo ancora, ero nel letto e pensavo: “Luca, hai avuto un incidente, vuoi stare fermo a piangere finché non finisce la vita o ti vuoi dare da fare?” 

Non serve racconti la mia risposta, già la mia vita stessa lo è.

Sono passato da momenti, pochi, di rifiuto dell’incidente, di rifiuto di sopravvivere “a metà”, con le problematiche che l’incidente mi aveva portato a momenti belli, momenti in cui ho saputo accettare ciò che mi è successo, momenti in cui ho saputo far fruttare ciò che mi ha insegnato mio padre: bisogna imparare a fare con quello che si ha.

La mia vita, come quella di qualsiasi altro, è un’altalena che si muove tra momenti UP e momenti di DOWN profondo. Quando sono uscito dal mio periodo ospedaliero e ho potuto riacquistare parte di quella che comunemente è definita normalità, ho alternato momenti di allenamento totale, volevo assolutamente imparare di nuovo a camminare ed a farlo “bene”, a momenti di introspezione sfrenata. Ciò che mi è capitato ha restituito al mondo una persona molto più sensibile, molto più attenta; che si vede se si riesce a sorpassare l’armatura di celebrazione egoica che mi permette di sopravvivere e galleggiare in questa realtà che sento non appartenermi del tutto più.

L’incidente lo riconduco molto spesso al mio daimon. Secondo me da tempo mi diceva “Luca, stai avanzando su una strada che non è la tua, Luca la cucina d’alto livello non è fatta per te. Luca, tu ami il confronto, il contatto umano, perché ti ostini a perseguire la cucina professionale, una cosa che nell’essenza non senti completamente tua e che ti confina entro uno spazio chiuso, invisibile al mondo? Luca, mi sono stancato! Prenditi questi tre mesi di pausa, fanne buon uso!”

Al mio risveglio ero una persona diversa.

Io credo di essere rinato all’interno del mio corpo. La mia anima è ascesa, o discesa, per non trovare posto e tornare. Avevo ancora un compito attivo, dovevo ancora assolverlo. A breve capirò quale e come.

La realtà si basa in toto sulla relazione, sull’interazione con le altre persone. Questo mi ha fatto apprezzare differentemente la mia idea secondo cui, alla base di tutto, sta sempre la condivisione. Questa spinta interna che mi manda, con determinazione, verso il condividere, il provare ad essere utile, all’interno delle relazioni, mi ha condotto all’idea del libro, sentivo che quello sarebbe potuto essere parte dell’assoluzione del mio compito.

Passavo il tempo chiedendomi come potevo essere utile alle altre persone? Lì mi sono risposto, potevo mostrarmi, disegnare ciò che avevo vissuto e interpretare il mio cammino a mo’ di esempio di una delle possibilità cui la vita ci sottopone. L’idea del libro mi è venuta subito in mente. Scrivere mi aiuta da sempre, credo sia parte del mio flow. Per tutta la vita mi sono immaginato come uno scrittore, ho iniziato a scrivere decine di romanzi per poi non finirne uno. Conscio di questo ho iniziato.

Dopo neanche un paio di settimane avevo scritto quasi duecento pagine, mi ero svuotato.

Sulle pagine ora stava Luca, il Luca più autentico e vero, quello che avevo timore a condividere perché ancora vivevo un rapporto complicato con i giudizi esterni. Con i pre-giudizi.

Mi ci sono voluti quasi tre anni per giungere al libro finito, più di 6 stesure personali, correzioni “familiari” poi ho deciso di affidarmi alla vita ed, in altri 4 anni, è successo. Ero abbattuto, non sapevo bene come pubblicare, con chi farlo, il testo era sì ultimato ma mancava ancora di mordente secondo me. A questo punto la vita si è decisa ad aiutarmi veramente.

Ero al compleanno di un amico e, per un caso fortuito l’ho conosciuto. Davide, colui che mi avrebbe aiutato a riscrivere per intero il mio libro, colui che mi avrebbe aiutato a donargli una parure di colori brillanti e fantasiosi. Le cose stavano iniziando ad andare per il verso giusto, Davide poi mi fece conoscere una sua amica e autrice di fama, Cinzia Giorgio, della quale aveva enorme rispetto e stima.

Con Cinzia le cose furono magiche sin dall’inizio, non sentivo quasi il bisogno di esprimerle i miei pensieri, avevo l’impressione quasi mi leggesse dentro. Con lei riuscii a esperire quelle che Goethe definiva “affinità elettive” senza però il finale e l’andamento tragico. Lei è stata un maestro presentatomi da un altro mentore, Davide e, oltre a farmi da guida, mi accompagnerà anche nell’ultimo step che ho raggiunto, quello di trovare un editore. Lei mi farà conoscere Luigi.

Luigi, o anche Officine, è il mio editore. Lesse il mio libro su consiglio di Cinzia e, nonostante fosse già auto pubblicato, vi si dedicò con cuore. Perché sin da subito ne vide il potenziale. Una nuova copertina, un accurato e ulteriore lavoro di editing del testo, un restyling del titolo che divenne l’attuale.

A volte nella vita. E ora quel lavoro è realtà.

Inizialmente l’ho intitolato in onore a Pirandello e al tema delle maschere “Uno, nessuno, cento… Luca” oggi è semplicemente “A volte nella vita” e forse questo titolo esemplifica anche meglio il mio pensiero generale. Di cosa parla questo libro, attraverso la mia autobiografia? Parla di ciò che ti può accadere A VOLTE NELLA VITA e di come si può riuscire a farvi fronte.

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Sito Ufficiale: LUCA STEL