A 500 anni dalla morte, Perugia e tutta l’Umbria celebrano Pietro Vannucci detto il Perugino
LA VITA
Pietro di Cristoforo Vannucci – in seguito detto il Divin pittore o il Perugino – nasce intorno al 1450 in una famiglia benestante di Città della Pieve, in Umbria, molto vicino al confine con la Toscana. Siamo in pieno Rinascimento e Pietro avrà la fortuna di potersi formare alle scuole di Piero della Francesca e del Verrocchio. A Firenze, proprio presso la bottega del Verrocchio, conosce poi Leonardo da Vinci e Botticelli. Nel 1481 e 1482 collabora alla decorazione della parete di fondo della Cappella Sistina a Roma, dove dipinse la sua opera più famosa, “Consegna delle chiavi”. Nel 1485 ottiene la cittadinanza perugina e pochi anni dopo decora il Collegio del Cambio della città.
Soprannominato il “Divin pittore” per i suoi caratteristici tratti pittorici o il Perugino per la sua provenienza geografica, colleziona successi in tutta Italia ed è titolare in contemporanea di due attivissime botteghe, una a Firenze e l’altra a Perugia.
LA MOSTRA A PERUGIA
Fu per un paio di decenni il più noto e influente pittore italiano del suo tempo, tanto da essere definito da Agostino Chigi “il meglio maestro d’Italia”. Proprio così si intitola la mostra che Perugia gli ha dedicato in occasione dei 500 anni dalla sua morte. E’ possibile visitarla dal 4 Marzo all’11 Giugno presso la Galleria Nazionale dell’Umbria, in pieno centro storico. Qui si vedranno esposte circa settanta opere del Divin Pittore e, tra queste, lo “Sposalizio della Vergine”, creato per la cappella del Santo Anello del Duomo di Perugia, ma esposto solitamente al Musèe des Beaux-Arts di Caen in Francia.
Pietro Vannucci fu maestro di Raffaello e negli ultimi decenni della sua vita l’allievo probabilmente lo superò, perché fu preferito per molte altre commissioni, mentre il Divin pittore tornò nella sua terra natià e continuò a dipingere fino alla morte per molte sale e chiese delle principali cittadine umbre.
Le sue opere sono numerosissime, quasi tutte religiose, non mancano anche vari autoritratti.
LA MORTE PER PESTE IN UN PICCOLO PAESINO UMBRO
Il Perugino avrà circa 75 anni (nel febbraio del 1523) quando lo coglierà la peste bubbonica durante la decorazione della chiesa dell’Annunziata a Fontignano, in Umbria.
Inizialmente, a causa del pericolo del contagio, fu sepolto fuori dal paese sotto una grande quercia e circa 50 anni dopo la morte i frati minori della chiesa di Santo Spirito di Perugia (o i confratelli dell’Annunziata) lo riesumarono e ne seppellirono i resti all’esterno di questa chiesa senza croce né lapide; il motivo di questa scelta probabilmente va ricercato in quel che dice il Vasari quando afferma che il Perugino era ateo. La mancanza di lapide e croce fecero sì che nel corso degli anni, nonostante il racconto fosse stato tramandato di generazione in generazione, il luogo preciso della sepoltura andò dimenticato e addirittura non si sapeva più quanto ci fosse di vero e quanto di inventato in quello che si raccontava. Sulla base di questa leggenda nei primi anni del ‘900 furono fatte delle ricerche che portarono alla scoperta delle ossa del pittore su cui furono fatti alcuni esami per dimostrarne l’autenticità: esame al carbonio 14 per stabilire in quali anni la persona rinvenuta era vissuta, esame istologico per stabilirne l’età biologica (forse l’esame più importante in quanto il pittore visse probabilmente 78 anni, età molto avanzata per l’epoca) e controlli sulle dimensioni del corpo. Gli esami dettero importanti conferme e, anche se la certezza matematica che le ossa ritrovate siano effettivamente del pittore non c’è, i risultati degli esami uniti alla singolarità del luogo del ritrovamento di queste ossa (uniche ritrovate) e la coincidenza del luogo del ritrovamento con la tradizione sembrano lasciare un margine di errore ridotto.
Sembra inoltre che, accanto a queste ossa, ci fossero pennelli e colori. Insomma, il corpo del Perugino, che a Fontignano si era trasferito già nel 1511 sembra proprio per sfuggire alla peste, senza troppi dubbi, dopo vari secoli, fu ritrovato.
L’urna in cui si trova attualmente il Divin pittore fu allestita nel 1929 all’interno della Chiesa dell’Annunziata a Fontignano.
LA TESTIMONIANZA DI VASARI
Giorgio Vasari, nelle Vite del 1568, scrisse sul Perugino:
«Ma nessuno di tanti discepoli paragonò mai la diligenza di Pietro, né la grazia che ebbe nel colorire in quella sua maniera, la quale tanto piacque al suo tempo, che vennero molti di Francia, di Spagna, d’Alemagna e d’altre provincie, per impararla. E dell’opere sue si fece come si è detto mercanzia da molti, che le mandarono in diversi luoghi, inanzi che venisse la maniera di Michelagnolo».
15 INGRESSI SERALI ALLA MOSTRA
La Galleria nazionale dell’Umbria potrà accogliere visitatori tutti i venerdì dal 31 marzo al 9 giugno dalle 19.30 alle 23.30, con ultimo ingresso alle 22.30. Aperture straordinarie per l’esposizione “Il meglio maestro d’Italia. Perugino nel suo tempo” sono, però, previste anche per sabato 22 aprile e martedì 25 aprile, per il Ponte della Liberazione.
La mostra del Perugino sarà aperta di sera anche nel weekend di chiusura della rassegna, ovvero da venerdì 9 giugno a domenica 11 giugno. «Cento giorni di mostra, di questa mostra, sono pochi, lo sappiamo: ma non possiamo fare altrimenti» ha detto il direttore Marco Pierini, aggiungendo: «Lo hanno compreso gli imprenditori che, generosamente, supporteranno quindici serate con un gesto di affetto verso la Galleria, ma anche rivolto alla comunità».
IL DOCUMENTARIO AL CINEMA CON MARCO BOCCI
Approda poi sul grande schermo del cinema soltanto il 3, 4 e 5 aprile il film evento che celebra (per la prima volta) Pietro Vannucci: Perugino, Rinascimento immortale. Il progetto, sostenuto dal Ministero della Cultura, dalla Regione Umbria e da Arpa Umbria, vede la partecipazione straordinaria di Marco Bocci, attore umbro come il Divin pittore. Il documentario racconta la vita e le opere del Perugino partendo dal legame con la sua terra, l’Umbria, e in particolare con i paesaggi luminosi che si aprono sulle sponde del lago Trasimeno che spesso il Perugino ha immortalato sullo sfondo dei suoi dipinti.
GLI ACCOUNT SU INSTAGRAM
Gli eventi che Perugia dedica al Divin Pittore quest’anno sono vari e anche su Instagram è possibile seguire alcuni account che ci fanno conoscere meglio le sue opere e la sua storia:
@pietrovannuccidettoilperugino in cui il pittore ci parla in prima persona come fosse un vero e proprio influencer.
@Perugino2023 account creato in collaborazione con la regione Umbria.
@gallerianazionaledellumbria per essere sempre aggiornati sulla mostra
@grantourperugia che offre visite guidate ad hoc .
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