L’uomo curioso di Galileo Galilei fa parte di un’osservazione che, ancora oggi, è molto attuale e ci riguarda un po’ tutti. Prima di entrare nel dettaglio, però, è giusto ripercorrere gli importanti studi di questo grande rappresentante della rivoluzione scientifica.
La sua vita e gli studi.

Galileo Galilei è nato a Pisa nel 1564, compie studi letterari, di medicina, di matematica e sviluppa un vivo interesse per l’astronomia. Soprattutto grazie alle modifiche da lui apportate a un nuovo strumento ottico che era già stato realizzato in Olanda: il cannocchiale. Numerosi sono i suoi saggi di argomento scientifico con fondamenti del nuovo metodo sperimentale.

Una convocazione importante.

Galileo viene convocato a Roma dal papa e processato: nel 1633 è costretto a rinnegare le sue idee. Ha portato avanti la teoria di Niccolò Copernico che nel ‘550 scoprì che era la Terra, come gli altri pianeti, ad orbitare attorno al Sole. Viene condannato al domicilio forzato prima a Siena, poi nella sua villa di Arcetri, presso Firenze, dove continua a studiare fino a che non muore nel 1642.

L’uomo curioso del suo Saggiatore.

“…Mi pare d’avere osservato in lunghe esperienze che la condizione umana intorno alle cose intellettuali sia tale che quanto uno meno se ne intenda e ne sa, tanto più decisamente voglia parlarne.

E che, al contrario, la moltitudine delle cose conosciute ed intese renda più lento e insicuro a sentenziare circa qualche novità…”

Comincia così, in un incipit di un racconto poetico e magico, il ritratto di cosa rappresenta lo scienziato per lui, ma non solo: anche l’uomo comune, anche colui che non ha studiato. Un attento osservatore (che appunto può essere anche una persona con una cultura modesta, oltre che con molta cultura) è pronto a dedurre e a convalidare con “esperimenti” i propri principi e le proprie osservazioni.

La fantasia, l’ingegno, ma soprattutto la curiosità.

Quest’ultima è il motore che muove tutto: le nostre opinioni devono avere necessariamente come fondamento la curiosità altrimenti come facciamo a esporre le nostre considerazioni? Le nostre opinioni? Semplicemente, non potremo farlo e per Galileo, chi non è curioso, chi non si fa domande, chi non osserva, chi non ascolta, perché crede di poter parlare senza avere nulla da dire se non la propria “non conoscenza”?

Una riflessione importante.

Io mi domando se ne so mai abbastanza per poter trattare un argomento nello specifico e, molto spesso, so già che è un no la risposta. E allora, mi piace pensare di essere io stessa quella persona curiosa che esplora il mondo, che studia, che legge, che osserva ma soprattutto che ascolta.

Forse, allora, non sarò necessariamente saggia ma curiosa sì, ed è ciò che poi conta davvero.

…Ma quando egli credeva che non fosse possibile che vi fossero altre maniere di formar voci, dopo aver osservato ancora tanti altri organi, trombe, pifferi, strumenti a corda, quando, dico, egli credeva di aver veduto tutto, si trovò più che mai avvolto nell’ignoranza e nello stupore…”

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