La villa del mercante di cioccolato (Maria Nikolai – Newton Compton Editori)

“Quello era il cuore pulsante dell’azienda, un regno magico fatto di cacao, zucchero e spezie, che Judith amava sin da quando da bambina, piena di stupore e meraviglia, aveva varcato la soglia della fabbrica di cioccolato per la prima volta.”

Siamo a Stoccarda nel 1903, Judith Rhotmann continua a sognare di prendere il posto di suo padre a capo della fabbrica di cioccolato che possiedono ormai da tempo, e che ha consolidato il loro prestigio e il loro benessere economico e sociale.

Judith vive l’attesa con trepidazione e passione, perché ama sperimentare e lavorare il cioccolato creando nuove miscele e altrettante prelibatezze, tanto da ritrovarsi sempre più spesso a vivere in pieno i ritmi e le tecniche di pasticceria sulla propria pelle, passando ore e ore all’interno stesso della fabbrica. Crede che tutti i suoi sforzi e la sua innata bravura nel creare dolciumi possano avvicinarla al padre, arrivando addirittura a pensare di poterne prendere presto il posto a capo dell’azienda.

Ma il padre è un uomo dispotico, glaciale nei sentimenti come nelle relazioni interpersonali; per lei ha dei piani ben diversi: innanzitutto, vuole domare il carattere forte e volitivo della figlia, costringendola alle rigide regole sociali del tempo. La obbliga persino a un matrimonio combinato con il figlio del banchiere più in vista di Stoccarda. Matrimonio di pura convenienza e apparenza, soprattutto per Judith che non ama il suo promesso, anzi!

Judith è sola, e sembra che nulla possa interferire con la strada che le ha già spianato il padre. Purtroppo sua madre Hélène è lontana, costretta a vivere in una clinica in Italia dove cerca sollievo ed energie per guarire il suo forte stress emotivo. Lei, come Judith, è vittima di rigidi canoni sociali che vedono la donna solo e soltanto come moglie e madre devota, senza diritti o necessità emotive e di realizzazioni personali. Hélène è malata di tristezza, è profondamente infelice a causa del suo matrimonio dove non c’è amore né rispetto. Due facce della stessa medaglia, ma Judith ha una marcia in più e anche se la vita sembra averla messa all’angolo, decide di cambiare il suo destino divenendo padrona del suo futuro e soprattutto del suo presente. Presente nel quale incontra Victor, uomo dal passato nascosto, ma carismatico e pronto a mettersi in gioco per Judith e anche per riscattare se stesso. Nulla sarà facile o scontato per questi due giovani e la libertà che cercano nel realizzare i propri sogni, diventerà anche la fonte che gli permetterà di capire che la felicità è sempre un diritto e mai un favore.

Leggere questo romanzo è stato davvero bello, magico e dolce. Grazie alla capacità descrittiva dell’autrice, i profumi, le delizie della fabbrica Rothmann sono arrivate fino a me, dalle pagine stesse del libro. È palpabile l’amore di Maria Nikolai per quello che fa: scrivere, incastrando con penna e inchiostro: la magia, la fantasia e la sua originalità.

Tanto la storia quanto i personaggi sono lo specchio d’un momento storico e sociale ormai lontano, ma importante da ricordare e rivivere tra le vicissitudini e le vite di questi personaggi; tratteggiati con stile e romanticismo. Di Judith e Victor celo un ricordo di forza e amore, di volontà e voglia di lottare per essere liberi e vivi, di Hélène porto dentro un ricordo familiare che m’ha emozionato e per il quale ringrazio l’autrice in quanto capace di scrivere di solitudine e tristezza con delicatezza e rispetto.

Buona Lettura e buon viaggio.

“Judith chiuse gli occhi mentre lui avvicinava il cioccolato alla sua bocca, accarezzandole le labbra con la punta delle dita. E poi improvvisamente sentì la sua bocca sulla sua. Era possibile che un bacio avesse un sapore così meraviglioso? Di nocciola, mandorla, caramello e cioccolato. Di Victor.”

Mirtilla Amelia Malcontenta