La donna in bianco di Wilkie Collins è un classico inglese tutto da riscoprire.

La donna in bianco. Nell’Inghilterra vittoriana riscuotevano un grande successo le sensation novels. Vale a dire quei romanzi rivolti al grande pubblico nei quali, come negli odierni thriller, abbondavano misteri, colpi di scena e avvenimenti sorprendenti.

Forse il più noto in assoluto fra questi romanzi fu The Woman in White (La donna in bianco) di Wilkie Collins.

Pubblicato inizialmente a puntate nel 1859 sulla rivista All the Year Round diretta da Charles Dickens, di cui Collins era amico, il romanzo uscì anche in volume nel 1860. E le mille copie iniziali furono tutte vendute nel giro di 24 ore.

Il successo del romanzo fu tale che a Londra vennero messi in vendita in quegli anni vestiti bianchi e cappelli analoghi a quelli indossati dalla protagonista del libro. Oltre a un profumo e a un tema musicale esplicitamente ispirati al romanzo. D’altra parte già nel 1859, quando The Woman in White stava uscendo a puntate e non si conosceva ancora la conclusione della storia, tra gli argomenti più discussi nei salotti londinesi c’erano proprio le varie ipotesi sul possibile scioglimento della vicenda. Per non parlare di quei lettori che si convinsero della reale esistenza della signora in bianco e scrissero ai giornali offrendosi di sposarla. Il libro di Collins scatenò insomma un  vero e proprio fenomeno editoriale e culturale.

Ma di cosa tratta la vicenda che tanto appassionava gli inglesi in quegli anni?

Al centro della trama c’è una misteriosa donna vestita di bianco che il giovane Walter Hartright incontra a tarda sera in una strada solitaria alla periferia di Londra. Chi è questa donna e perché si è avventurata da sola e di notte in una zona poco frequentata? Intorno a questa enigmatica figura si snoda una complessa serie di eventi che il lettore apprende dalla voce di diversi personaggi, finché il puzzle riesce infine a comporsi.

Chi volesse oggi appassionarsi alla vicenda narrata da Wilkie Collins potrà leggere il testo inglese originale edito da Wordsworth, oppure avvalersi della recente traduzione italiana di Stefano Tummolini (La signora in bianco, Fazi, Roma 2015). Da riscoprire.

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