L’isola dei fiori rossi di Alan Brennert – Newton Compton Editori

Hawaii, fine Ottocento. La piccola Rachel Kalama vive serena insieme alla sua famiglia ; un nucleo numeroso e allegro: il padre marinaio, la madre che invece dedica tutto il suo tempo e le sue energie a lei e ai suoi fratelli. La vita scorre tranquilla, tutto è normale sino a quando il morbo di Hansen – più comunemente conosciuto come lebbra – s’insinua in lei distruggendole la vita e l’infanzia. Rachel, nel rispetto della legge di quel periodo, viene letteralmente strappata alla sua famiglia per essere condotta ed inserita sull’isola di Moloka’i – passata alla storia come l’isola dei lebbrosi.

La piccola si ritrova catapultata in quello che sembra un incubo: lontana dalle sue radici, pensa di aver trovato una certa stabilità emotiva nel riabbracciare sull’isola suo zio – anch’egli condannato dalla stessa patologia; ma Rachel non potrà godere del suo supporto come vorrebbe perchè la bambina è troppo piccola e dev’essere condotta nella comunità gestita dalle suore, per iniziare lì la sua nuova esistenza attraverso la quale incotrerà molte vite, tanti sogni, lacrime e voglia di non mollare. Rachel stessa sarà lo specchio dei suoi sogni e delle sue lotte. Tenace e guerriera affronterà la vita nelle sue mille sfaccettature, combattendo sempre contro il dolore d’un corpo afflitto e dall’anima rabbiosa e arrabbiata davanti a un destino dal quale spesso vorrebbe fuggire, ma che invece le regalerà anche desideri e sogni. Per molto tempo vedrà l’isola come un esilio, come una prigione fino a quando capirà che quella stessa terra che l’ha cullata e accolta, l’ha protetta e aiutata a divenire una donna capace di accettare e accettarsi…

Con uno stile maestoso, forte e tenace l’autore del romanzo riesce a tenere un ritmo di narrazione superbo, permettendo al lettore di vivere questa storia sino alla fine. Senza maschere o filtri Alan Brennet c’insegna che essere diversi non significa mai essere inferiori, e che le cicatrici dell’anima spesso sono più profonde e dolorose di quelle della carne; lanciando un messaggio incisivo e importante che spesso viene dimenticato o sottovalutato.

Consiglio la lettura di questo fenomeno editoriale perchè l’isola vi accoglierà senza remore e con lei la potenza di questa storia. Buon Viaggio e buona lettura.

Mirtilla Amelia Malcontenta