![](https://pinkmagazineitalia.it/wp-content/uploads/2021/01/benedetta-barzini-modella-anni-60-cover.jpg)
“Da bambina ero muta e osservavo il mondo, mi affascinava la storia della Cina, disegnavo le statue di Michelangelo. Non c’era nessuno con cui parlare, ho avuto un’infanzia strampalata. È stato tutto molto difficile e ci ho messo parecchio a capire qualcosa…”
Le parole di Benedetta Barzini sono sempre molto forti e significative, spesso negative e infelici, ma così dannatamente vere da non trovare un modo giusto per replicare.
Questa è stata la mia prima impressione quando, per caso ma soprattutto per una fortuita coincidenza, mi sono ritrovata a seguire su Rai Storia il documentario girato su di lei, creato da suo figlio Beniamino, un docufilm reale sotto ogni aspetto, dal più felice al più malinconico, ma soprattutto vero.
![Benedetta Barzini: «Preferisco la vecchiaia»](https://images.vanityfair.it/wp-content/uploads/2019/09/27185436/L_Benedetta-Barzini-foto-di-Beniamino-Barrese.jpg)
Benedetta Barzini, nata il 22 settembre 1943 a Monte Argentario, è figlia di Luigi Barzini, un inviato del Corriere della Sera, e di Giannalisa Gianzana Feltrinelli.
Esordì nella moda casualmente, negli anni ’60, grazie alla sua bellezza definita “antica”: passeggiando per una via di Roma fu notata da Consuelo O’Connell Crespi, una giornalista italo-americana direttrice dell’edizione italiana di Vogue Italia. La Crespi non sapeva che Benedetta fosse figlia di amici di famiglia, inviò una fotografia alla casa principale a New York all’attenzione della caporedattrice Diana Vreeland che, senza pensarci troppo, la convocò negli Stati Uniti per un servizio fotografico con Irving Penn, e da lì, a vent’anni, cominciò la sua carriera di modella.
![IMORE - Nel nome di Benedetta: al secolo Benedetta Barzini](https://www.imore.it/rivista/wp-content/uploads/2017/11/Benedetta-Barzini-cover-Vogue-ph-david-bailey.jpg)
Sarebbe dovuta restare per soli dieci giorni, invece vi rimase 5 anni, posando per gli obiettivi di Bert Stern, Sokolowsky, Richard Avedon. Durante questo periodo di esperienza in America fece amicizia con Salvador Dalí e Andy Warhol.
Tornò, in seguito, in Italia, divenne una delle modelle di punta di Ugo Mulas e fu molto attiva nel movimento femminista degli anni 70, movimento che l’ha portata a essere la donna così diretta e realistica che è oggi.
Attualmente posa come modella evergreen per Armani e Gattinoni, è giornalista, scrive di moda e di temi sociali su varie riviste ed è docente universitaria: insegna Storia dell’abito presso la Scuola progettisti di moda della Facoltà di Lettere dell’Università di Urbino e di Antropologia della moda per il corso di Laurea Triennale di Fashion Design presso la Naba.
![Benedetta Barzini, la prima top model italiana: "Che miseria dietro queste settantenni rifatte" – Libero Quotidiano](https://img2.liberoquotidiano.it/upload/originals/1506950206795.jpg)
È una mamma e una nonna felice che insegna quanto sia importante esprimere il proprio pensiero, lottare per la propria libertà e combattere contro gli stereotipi.
“Ciò che veramente conta, è sempre invisibile.”
There are 2 comments on this post
Comments are closed.