VALENTINA CASTELLI
Continua la nostra carrellata di #donnedellentertainment con la regista e produttrice pugliese Valentina Castelli. Coraggio, talento e determinazione sono le caratteristiche di questa straordinaria artista e imprenditrice. La sua storia ci insegna a non mollare mai. E noi la lasciamo raccontare proprio a lei.

Mi chiamo Valentina Castelli, sono una donna che è al servizio delle leggi del cinema, servo le leggi dell’anima, servo Dio. Questa è la mia storia.


Quando nacqui nel luglio del 1985, mia madre Maria aveva trentun’anni, era una graziosa donna con un temperamento fragile. L’unica visita che ebbe in quei giorni fu da parte di mia nonna Angela, una piccola donna bruna e vigile. Mi è stato detto che io non aprii subito gli occhi, ma quando questo avvenne mia nonna confessò a mia madre che io le avrei dato non pochi problemi. E io fui all’altezza di questa previsione.


Sono cresciuta in una famiglia impetuosa, avevo un fratello di nove anni più grande ed era mio nemico, mio padre non mi aveva riconosciuta come figlia e inoltre aveva deciso di abbandonarci. Fu mia madre a farsi carico della mia crescita, lavorava come governante presso le famiglie più importanti di Brindisi. Lavorava giorno e notte per poter far fronte a tutte le spese, ma ciò non bastò. Tra i cinque e gli otto anni fui inserita in alcuni istituti, a nove anni mi accolse il villaggio Sos di Ostuni. Mia madre prima di lasciarmi mi raccomandò di studiare e di essere una figlia speciale di Dio.

VALENTINA CASTELLI
tutte le foto di questo articolo sono di Giorgio Amendola


Rimasi al villaggio per undici anni. Vita Nicoletti fu la donna che si prese cura di me. Crescevo con altri cinque bambini, venivamo educati con severità e le punizioni non mancavano. Da lei ho imparato non solo a essere indipendente, ma la sua “tempra” mi ha insegnato a rispettare la parola etica. In quegli stessi anni ebbi come insegnante la professoressa Cristina Morisco, una donna dalle straordinarie capacità. Tutt’ora lei è il mio mentore, la mia maestra. Fu lei a insegnarmi l’arte dello studio, della ricerca, dell’analisi del profondo. A lei devo l’incontro con la cultura. Anni dopo, uscita dal villaggio, mi trasferii a Lecce per studiare all’università. Qui mi confrontai con i miei problemi interiori.


Non sono quello che mi è successo, sono quello che ho scelto di essere. Questa frase del mio maestro ad honorem Carl Gustav Jung, mi convinse a capire chi fossi. Mi rivolsi a una Dottoressa che si chiama Agnese Rossini, di formazione gestaltica. Con lei ho fatto un percorso che mi ha permesso di riprendermi la mia vita in mano e farne il mio capolavoro.


Oggi ho una casa di produzione cinematografica, il mio primo cortometraggio come regista è stato selezionato in vari festival di circuito nazionale ed internazionale. È candidato al David di Donatello 2023. Ha vinto il premio “Miglior Regia” al Basilicata International Film Festival 2022.


Mi chiamo Valentina, sono una donna che non ha mai mollato, ho imparato a credere in me stessa, mi sono presa la responsabilità della mia vita. Alle altre donne dico: inseguite i vostri sogni, diventate ciò che siete! All’improvviso ciò che sembrava impossibile diventerà possibile!

Cortometraggio “GIDES” prodotto da SUSSURRI & GRIDA VISION distribuito da PREM1ERE


Gides è una donna affetta da depressione, vive sola ed è tormentata. Lavora come infermiera e un giorno in ospedale arriva una coppia vittima di un grave incidente stradale. Le vittime sono Guido, il suo ex fidanzato del quale è ancora perdutamente innamorata, e Maddalena, la nuova compagna di Guido.

Ad avere la peggio nell’incidente è Maddalena infatti se non si dovesse trovare un cuore nuovo, lei morirà. A Gides spetterà, suo malgrado, affrontare una nuova inquietudine esistenziale.