Hunter Stockton Thompson è stato probabilmente uno degli scrittori più rappresentativi della letteratura made in USA ed è ricordato per aver inventato il Gonzo Journalism (termine per la verità coniato da Bill Cardoso, giornalista del Boston Globe amico intimo di Thompson). Thompson fu fautore di un genere giornalistico nel quale l’autore diventa il protagonista della storia attraverso uno stile descrittivo preciso, talvolta colorito e arricchito da iperbole volte a mettere in luce le proprie esperienze, sensazioni e impressioni, privilegiando il proprio punto di vista piuttosto che la storia.

Poco più che maggiorenne, durante il suo periodo di leva per la Air Force, Thompson ebbe modo d’iniziare la sua carriera come corrispondente sportivo per il Command Courier, un giornale militare della base aerea di Eglin in Florida.

Nel novembre del 1957 venne dimesso con onore dal servizio in quanto (come cita la nota dei suoi superiori a margine della lettera di congedo) sebbene dotato di grande talento, il suo atteggiamento impertinente e restio al rigido protocollo militare metteva in serio imbarazzo lo staff in servizio a Eglin.

Una carriera segnata dunque sin fagli albori dal suo spirito ribelle che si rivelò poi essere l’arma in più del suo carattere giornalistico sempre critico nei confronti dell’establishment e della società americana. Dopo una breve parentesi per il San Juan Star di Porto Rico, la cui esperienza romanzata è raccontata nel romanzo The Rum Diaries, collaborò con l’Herald Tribune di New York e fu corrispondente dal Sud America per il National Observer. Dal 1963 al 1964 fu corrispondente in Brasile per il Brazil Herald e successivamente per la redazione californiana di Glen Helen del National Observer. Nel 1965 per l’editore The Nation lavorò ad un reportage sugli Hell’s Angels che si trasformò in un fortunato libro uscito nel 1966. Un’esperienza che portò Thompson a conoscere approfonditamente il mondo dei club fuorilegge di motociclisti, nel quale ebbe modo di forgiare ulteriormente il suo carattere trasgressivo e soprattutto gli procurò una discreta fama non solo in patria ma anche all’estero.

Una vita borderline e senz’altro sopra le righe come testimonia per l’appunto il suo primo reportage trasformato in libro di successo e come dimostra soprattutto l’opera che forse più di tutti l’ha consacrato tra gli scrittori a stelle e strisce più importanti del secolo passato: Paura e disgusto a Las Vegas, il racconto del suo folle viaggio alla ricerca del sogno americano.

Prima di diventare un romanzo cult la sua opera più celebre fu pubblicata a puntate nel 1971 su Rolling Stone. Tale fu il successo tra i lettori che l’editore Jann Wenner decise di trasformare l’opera in un libro, pubblicato per la Random House nel 1972, al quale vennero aggiunte le illustrazioni dell’artista britannico Ralph Steadman che aveva già collaborato con Thompson per i disegni correlati all’articolo The Kentucky Derby is decadent and depraved (“Il Kentucky Derby è decadente e depravato”). La trama è basata sull’allucinante viaggio del giornalista Raoul Duke (alter ego letterario di Thompson) insieme all’avvocato samoano Dr. Gonzo (alter ego dell’attivista Chicano e leguleio messicano Oscar Zeta Acosta). Un trip psichedelico nella città del vizio che racconta del reportage sulla Mint 400 (una celebre gara automobilistica che si disputa nel deserto del Nevada), commissionato a Thompson da Sport Illustrated. Per la verità Thompson si ritrovò in questo viaggio con Acosta in quanto quest’ultimo venne interpellato dal giornalista come fonte privilegiata d’informazioni per un pezzo commissionato da Rolling Stone sull’uccisione del giornalista Ruben Salazar, freddato dalla polizia a Los Angeles nel corso di una protesta contro la guerra in Vietnam. Acosta decise di concerto con Thompson di viaggiare insieme a Las Vegas in quanto l’atmosfera pregna di tensioni razziali che si respirava a Los Angeles durante quei giorni di protesta avrebbe potuto pregiudicare l’esito dello scambio d’informazioni. Tra flash onirici ed episodi al limite dell’assurdo, con Paura e disgusto a Las Vegas Thompson lascia una fotografia unica sulla società americana di quegli anni: sincopata, vibrante e lisergica ma senz’altro molto vera. Alcune citazioni del suo romanzo fanno ormai parte del patrimonio letterario mondiale mentre il rifacimento cinematografico firmato da Terry Gilliam (uscito in Italia con il titolo di Paura e Delirio a Las Vegas), con la partecipazione di Johnny Depp e Benicio Del Toro, ha contribuito a rendere ancora più immortale l’opera magistralis di Thompson, ormai un classico della letteratura statunitense.